Con entrambe le mani poggiate sul leggio, ha aspettato un attimo prima di parlare e ha visto i componenti della Knesset, il parlamento israeliano, applaudirlo: a Gerusalemme, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato accolto come un vincitore il 13 ottobre.

Alcuni deputati indossavano berretti rossi, il cappello tipico del suo movimento Maga (Make America great again). Infatti il parlamento israeliano ha distribuito in suo onore cappelli rossi con la scritta: “Trump, il presidente della pace”.

Accolto da una lunga standing ovation, il presidente statunitense, 79 anni, repubblicano ha finto durante il suo discorso di lamentarsi del ritardo del suo viaggio, che, dopo Gerusalemme, lo ha portato in Egitto per partecipare a un vertice internazionale su Gaza.

Ma in realtà, Donald Trump si è crogiolato nelle lodi ricevute dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il cui discorso ha definito “superbo ma molto lungo”, e del leader dell’opposizione Yair Lapid.

“Un uomo di nome Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti. E, signore e signori, da un giorno all’altro, tutto è cambiato”, ha detto il leader israeliano, mentre il presidente americano sorrideva.

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Yair Lapid, da parte sua, ha detto che considera un “grave errore” non assegnare il premio Nobel per la pace a Donald Trump. Il miliardario newyorchese si è lanciato in un discorso in gran parte improvvisato, durato più di un’ora.

A tratti solenne, ha parlato di un “incredibile trionfo per Israele e per il mondo” in seguito alla conclusione del cessate il fuoco a Gaza e al rilascio degli ostaggi da parte di Hamas.

“Il merito va al presidente Trump”, ha ammesso domenica Jake Sullivan, che è stato consigliere per la sicurezza nazionale dell’ex presidente democratico Joe Biden, chiedendosi: “Come possiamo far sì che questo duri?”.

Il 13 ottobre Donald Trump non ha voluto soffermarsi sulle difficoltà di attuazione del suo piano in venti punti per Gaza.

Usando una delle sue frasi preferite, il presidente americano ha promesso davanti alla Knesset l’avvento di un‘“età dell’oro” per l’intero Medio Oriente e ha lanciato un avvertimento all’Iran.

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“Siamo pronti” per un accordo “quando lo sarete voi”, ha detto il presidente americano agli iraniani durante il suo discorso. “Ne sareste contenti? Non sarebbe una buona cosa?”, ha aggiunto, rivolgendosi ai funzionari israeliani.

Con lo stesso tono familiare, quello di un visitatore che sa di trovarsi in territorio conquistato, Donald Trump si è avventurato nel regno degli affari interni israeliani.

Ha esortato il primo ministro israeliano a “essere un po’ più gentile” con il suo avversario Yair Lapid, un “bravissimo ragazzo”. “Non siete più in guerra”, ha detto Donald Trump a “Bibi”, il soprannome di Benjamin Netanyahu. Trump ha anche suggerito di fare decadere le accuse di corruzione contro Netanyahu.

“È stato uno dei più grandi leader in tempo di guerra, davvero uno dei più grandi. E sigari e champagne, francamente, chi se ne importa?”, ha detto.

Benjamin Netanyahu e sua moglie Sara sono accusati di aver accettato beni di lusso per un valore di oltre 260mila dollari, come sigari, gioielli e champagne, da miliardari in cambio di favori politici.

Donald Trump, che è stato lui stesso processato in numerosi casi e condannato, aveva precedentemente detto che il primo ministro israeliano era stato vittima di una “caccia alle streghe”, esattamente come era successo a lui.

Il suo discorso è stato interrotto solo brevemente quando due parlamentari, Ayman Odeh e Ofer Cassif, sono stati espulsi dopo aver lanciato un messaggio che chiedeva il riconoscimento dello stato di Palestina.

Mentre i due uomini erano scortati fuori dall’aula, alcuni parlamentari hanno cominciato a gridare: “Trump! Trump!”.