03 marzo 2018 13:08

Against all logic, This old house is all I have
Diavolo d’un Nicolas Jaar. Non è passato neanche troppo tempo da quando ho parlato di lui nelle canzoni del weekend che ora mi costringe a ridargli spazio. Il musicista cileno-statunitense ha appena pubblicato un album con lo pseudonimo A.A.L (Against All Logic), che raccoglie diversi brani registrati tra il 2012 e il 2017 (e infatti s’intitola 2012-2017).

Il nuovo lavoro di Jaar è una raccolta di brani più ballabili del solito. È il suo disco house, in un certo senso. Ci sono dentro suoni provenienti dal mondo del soul, del funk, della Motown e della techno. Tra i campionamenti più interessanti ci sono quello del produttore e disc jokey J.Dilla in Never dream e quello di Kanye West in Such a bad way.

Questo è uno dei migliori dischi di musica elettronica usciti nella prima parte del 2018. Il brano iniziale del disco, This old house is all I have, campiona The warning talk (part II), un brano del 1970 del compositore statunitense David Axelrod, e mette subito uno standard alto.

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David Byrne, This is that
American utopia, il nuovo album di David Byrne, uscirà il 9 marzo ma è già disponibile in streaming sul sito della radio Npr. Dopo i primissimi ascolti, sembra un disco molto interessante, nel quale l’ex leader dei Talking Heads si cala in modo brillante nella contemporaneità. Nonostante i suoi 65 anni, Byrne sembra per niente attempato, anzi. Aspettiamo la settimana prossima per dare un giudizio più approfondito.

Il merito del suono così attuale di American utopia è, probabilmente, anche dei tanti collaboratori che Byrne ha coinvolto nel progetto. Per esempio c’è Daniel Lopatin, in arte Oneohtrix Point Never, che arricchisce brani come This is that con i suoi loop elettronici. Ma nel disco ce ne sono tanti altri: Brian Eno e Sampha, per esempio.

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Everything is recorded, She said
Dietro all’ultimo disco di Richard Russell, fondatore dell’etichetta discografica XL (quella dei Radiohead, di Adele e di Dizzee Rascal, per dirne tre a caso) c’è una storia particolare: nel 2013 a Russell fu diagnosticata la sindrome di Guillain-Barré, una malattia autoimmune che colpisce il sistema nervoso. Rimase completamente paralizzato in un letto d’ospedale. Il suo amico Geoff Barrow, l’altra metà dei Portishead, gli regalò un piccolo sintetizzatore, per aiutarlo a distrarsi.

In questo periodo, e durante la riabilitazione, Russell cominciò a scrivere i brani di Everything is recorded, il suo album di debutto, un’altra delle uscite più interessanti degli ultimi tempi. Per registrarlo, in seguito Russell ha chiamato giusto un paio di amici che ha trovato nella sua rubrica telefonica: Damon Albarn, Brian Eno, Owen Pallett, Warren Ellis (Nick Cave and the Bad Seeds), le Ibeyi e altri. Non mi dispiacerebbe avere degli amici così, sinceramente. In questo brano, She said, ci sono il rapper Obongjayar e il gigante del jazz statunitense Kamasi Washington.

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Janelle Monáe, Make me feel
Il nuovo singolo di Janelle Monáe, che anticipa l’album Dirty computer (in uscita il 27 aprile), non mi convince del tutto. Il video del pezzo, diretto da Alan Ferguson, funziona e Monáe è credibile in questa versione androgina e super sexy di sé stessa (merito della sua bellezza, anzitutto).

La canzone però ha qualcosa che non va, con quelle citazioni così telefonate di Prince (che in realtà pare che abbia collaborato al disco, non è ancora chiaro in che modo). Make me feel infatti è davvero molto simile a Kiss, ma non va al di là del citazionismo. Peccato, Monáe potrebbe fare molto di più.

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21 Savage, Offset, Metro Boomin, Ric Flair drip
Alla fine del 2017 è uscito Without warning, un disco trap segnalato anche da queste parti che a ripensarci poteva perfino stare nella classifica dei migliori dischi dell’anno. L’album, registrato dai rapper 21 Savage e Offset (uno del trio Migos) e prodotto da Metro Boomin, è un disco di trap oscura, abbastanza gangsta (non più del solito in realtà) ma anche con diversi momenti divertenti.

Adesso è uscito il video di uno dei brani di punta del disco, Ric Flair drip, un surreale omaggio al wrestler statunitense Ric Flair. Sì è proprio lui, il sobrio signore con i capelli bianchi con le collane e gli orologi d’oro.

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P.S. Al solito, ho aggiornato la playlist del 2018. Buon ascolto!

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