28 luglio 2018 13:18

The Internet, Come over
Hive mind, il nuovo disco degli Internet, è un inno alla coscienza collettiva, come dice il titolo. Non c’è un impegno politico esplicito nelle nuove canzoni del gruppo soul/rap di Los Angeles (che è la nuova capitale della musica statunitense ormai lo possiamo scrivere, vero?), ma più che altro una celebrazione della solidarietà come antidoto alla violenza del mondo contemporaneo.

Oltre alla solidarietà però, secondo gli Internet ci sono altre due cose senza le quali non si può vivere: il groove e il sesso. Ad assicurare il primo ci pensa la granitica sezione ritmica della band, mentre a evocare il secondo ci pensa la cantante Syd (che viene dal collettivo Odd Future, come Tyler The Creator). In Come over Syd flirta con una ragazza di Los Angeles e le promette: “I can turn you on with my dirty mind”, posso eccitarti con la mia mente perversa.

Difficile resistere alle avance di Syd, in questo brano come nel resto dell’album. Il suono di Hive mind si muove su territori sempre soffici, a cavallo tra soul nostalgico e hip hop, un po’ Isley Brothers un po’ Pharrell Williams. Il brano di apertura Come together, la soffice Stay the night e il funky di Look what u started sono solo alcuni degli episodi da ricordare di un disco perfetto per le spiaggia, per la montagna, ma anche per il caldo agosto in città.

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Tierra Whack, 4 wings
In questi giorni su Soundwall Emiliano Colasanti ha scritto un articolo interessante su Tierra Whack, rapper ventiduenne di Philadelphia. Ve lo linko, così non c’è bisogno di raccontarlo. Perché Tierra Whack è interessante? Perché ha fatto un disco intitolato Whack world, dove ci sono quindici canzoni da un minuto ciascuna. Sì, avete capito bene, l’album dura solo 15 minuti.

Tutti i brani sono raccolti in un lungo videoclip diretto da Thibaut Duverneix e Mathieu Léger (Pitchfork giustamente l’ha definito un “audiovisual album” e a me, non so perché, il video fa pensare a Gimme some more di Busta Rhymes). Il risultato finale è molto vicino alla performance art.

L’esperimento è ben riuscito, come ha fatto notare anche Piero Merola sulla Voce di New York, soprattutto dal punto di vista concettuale, e gli arrangiamenti sono di ottima qualità. Ho ancora qualche dubbio sulla bontà delle canzoni (ha senso chiamarle così?) ma mi prendo il resto dell’estate per formulare un giudizio più approfondito. Nel frattempo ascoltatele (e guardatele) voi.

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Uji, Jenga
Il 2018 sembra un anno prolifico per la musica argentina. In questi giorni è uscito un altro disco che in parte ricorda quello di Chancha Via Circuito, di cui si era parlato da queste parti nei giorni scorsi. Si tratta di Alborada di Uji, progetto parallelo di Luis Maurette del duo sperimentale Lulacruza. I brani dell’album raccolgono diversi field recording e beat fatti dal musicista e abbracciano due continenti, l’America Latina e l’Africa, con un’elettronica ancestrale e intrigante.

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Son Palenque, La negra (Bosq remix)
Visto che siamo in piena estate, un po’ di atmosfera afrocolombiana non fa male. A regalarcela è la Galletas Calientes, etichetta colombiana che da qualche anno omaggia con costanza la champeta, lo storico genere musicale che mette insieme la tradizione latina con quella della rumba congolese e dell’afrobeat nigeriano.

Tra i gruppi presenti nella nuova compilation della serie Palenque Records AfroColombia remix, nella quale dei dj contemporanei rielaborano brani del passato, ci sono anche i Son Palenque, band attiva nella scena della costa caraibica colombiana negli anni ottanta. I Son Palenque sono cresciuti nelle comunità rurali, ma in seguito sono emigrati nelle città, portando il suono afrocolombiano nel resto del paese. Questa nuova versione del brano La negra è uno degli episodi migliori.

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Daniel Bachman, New moon
Daniel Bachman ha un pregio: fa sembrare il folk vivo e contemporaneo. Certo, definire folk la sua musica è un po’ avventuroso, perché nei suoi brani c’è anche tanta ambient e drone music, soprattutto in questo album.

I brani di di Bachman sono catartici, a tratti fanno pensare quasi alla musica indiana. Nascono attorno alle peripezie della sua slide guitar ma sono arricchiti da parti di organo e da registrazioni ambientali. La conclusiva New moon è una specie di lungo respiro, dove le corde della chitarra di Bachmann sono accompagnate perfino dalle cicale.

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Avviso ai naviganti: queste sono le ultime canzoni del weekend prima delle ferie di Internazionale. Ci risentiamo il 24 agosto. La playlist è aggiornata. Buone vacanze, a chi le farà, e buon lavoro agli altri!

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