18 gennaio 2019 15:46

Thom Yorke, Unmade (live from Electric Lady Studios)
Pochi giorni fa ho visto al cinema Suspiria di Luca Guadagnino. Un film splendido, che si distacca molto dall’originale di Dario Argento (forse è proprio per questo che ha attirato qualche critica a mio avviso eccessiva). Uno dei pregi maggiori di Suspiria è l’atmosfera creata da Guadagnino, sempre raffinata da un punto di vista estetico, ma inquietante nei momenti chiave.

Parte del merito della riuscita del film va dato alla colonna sonora, scritta dal leader dei Radiohead Thom Yorke. I suoi brani sono l’ennesimo saggio della bravura del musicista di Wellingborough, che è stato abile nel non inseguire i Goblin, autori delle indimenticabili musiche dell’originale, e nello scegliere una strada personale. L’avevo già scritto tempo fa, dopo aver ascoltato le musiche senza aver visto il film. E, dopo essere stato in sala, se possibile, i pezzi mi piacciono ancora di più.
In questi giorni il leader dei Radiohead è tornato di nuovo d’attualità, per due motivi. Il primo è che è stato pubblicato il video delle session che il cantante ha tenuto il 19 novembre agli Electric Lady Studios di New York. E questo mi sembra un buon motivo per riascoltare i brani di Suspiria, che funzionano molto bene anche in questa veste intima. A partire da Unmade, la ballata che si sente nel finale del film e fa da contraltare a una scena molto macabra (per evitare spoiler non ve la racconto). Unmade possiede tutta la grazia e l’intensità di cui è capace Yorke ed è la ballata giusta per la danza delle streghe di Guadagnino.

C’è un secondo motivo. Secondo indiscrezioni sempre più insistenti, Thom Yorke tornerà in Italia la prossima estate per una serie di concerti. Tra le date più probabili, sempre stando a queste indiscrezioni, c’è Roma. Non ci sarebbe da stupirsi, visto che ormai il leader dei Radiohead ha un rapporto stretto con il nostro paese. Nel caso, io sarò in prima fila.

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James Blake, Barefoot in the park (feat. Rosalía)
James Blake ha pubblicato il suo nuovo (e molto atteso) album. S’intitola Assume form ed è ricco di ospiti, dal rapper Travis Scott ad André 3000 degli Outkast. Mi riservo qualche giorno per capire se mi è piaciuto o no, ma intanto mi sto godendo Barefoot in the park, il quinto brano in scaletta, dov’è ospite la spagnola Rosalía, uno dei fenomeni pop dell’anno appena passato.

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The Delines, Cheer up Charlie
Alla base della bellezza del secondo album dei Delines ci sono i testi scritti da Willy Vlautin, leader dei Richmond Fontaine e ormai apprezzato romanziere statunitense (il suo ultimo libro è Io sarò qualcuno). Ma c’è anche quella commistione tra country e soul, riassunta dalla voce aggraziata ma cruda della cantante Amy Boone, e quello stile un po’ vintage che ricorda l’America profonda del secolo scorso.

I protagonisti di queste canzoni sono perdenti, spesso ai margini della società, che guardano al mondo con occhi malinconici, quasi fossero usciti da una canzone di Nebraska. Sono storie come quella di Charlie, che sa che sua moglie non tornerà più e passa le giornate a bere. Ma deve stare attento, perché se perderà il suo lavoro al porto sarà fregato. E, come recita la canzone, “Non c’è mai fine alla discesa”.

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Sharon Van Etten, Seventeen
Altra prestigiosa uscita del giorno è quella di Sharon Van Etten. Remind me tomorrow, il nuovo disco della cantante statunitense, mi è sembrato inferiore al precedente Are we there ma non è da buttare, e qualche brano di ottimo livello c’è. Per esempio il primo, I told you everything, che conserva un po’ della malinconia del disco precedente. Anche il singolo Seventeen, che ha una progressione springsteeniana ma nel finale si abbandona a distorsioni quasi noise, è una bella sorpresa.

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Steve Gunn, Vagabond
Steve Gunn è l’ex chitarrista dei Violators di Kurt Vile. La sua musica è piuttosto nostalgica e s’ispira alla psichedelia dei Grateful Dead, ma anche al folk britannico. Il suo nuovo disco, The unseen in between, è il più psichedelico e il più british della sua carriera solista. E contiene parti di chitarra ammalianti come quelle di questo brano, Vagabond.

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P.S. Playlist aggiornata, buon ascolto!

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