05 marzo 2018 14:54

Nessuna sorpresa alla novantesima cerimonia di consegna dei premi Oscar. Secondo le previsioni La forma dell’acqua ha vinto come miglior film e Guillermo del Toro per la miglior regia. Frances McDormand miglior attrice e Sam Rockwell miglior attore non protagonista per Tre manifesti a Ebbing, Missouri. Gary Oldman come miglior attore nei panni di Winston Churchill in L’ora più buia (un bel salto per chi agli esordi ha interpretato Sid Vicious). Non si può non essere contenti per i premi a questi professionisti – a cui aggiungiamo Jordan Peele, che ha vinto l’Oscar per la sceneggiatura originale del suo Scappa. Get out.

Quindi tutto secondo le previsioni? Niente di nuovo sotto il sole? La sensazione è un’altra. Dopo le polemiche e qualche forzatura dell’anno scorso, la novantesima edizione fa sperare che qualcosa sia davvero cambiato, che si siano poste le basi per riaffermare l’inclusione, la parità e la correttezza, almeno a Hollywood. Alcuni argomenti non sono più tabù e anche le major sembrano pronte a mettersi un po’ più in discussione. Si vedrà.

Il tono generale lo ha dato Jimmy Kimmel nel suo monologo di apertura, in cui ha reso omaggio ai movimenti Time’s up e #Metoo. L’acuto è arrivato con una radiosa Frances McDormand, che ha invitato tutte le donne con una nomination ad alzarsi in piedi per prendersi un meritato applauso (non che fosse una folla oceanica, ma è stato un gesto significativo e forse il momento più emozionante).

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Fa piacere che Guillermo del Toro – quarta vittoria messicana per la miglior regia in cinque anni, dopo Alfonso Cuarón nel 2013 e la doppietta di Alejandro G. Iñárritu nel 2014 e nel 2015 – sia stato il grande vincitore della serata. Ma l’Oscar più dirompente e significativo è stato quello al regista e sceneggiatore esordiente Jordan Peele per la sceneggiatura di Scappa. Get out.

Un horror di denuncia sociale, vero ed entusiasmante incrocio tra cinema di genere e cinema impegnato (più della favola acquatica di del Toro). Non che la vittoria di Peele sia una sorpresa – anche se molti davano per vincente Martin McDonagh per lo script di Tre manifesti a Ebbing, Missouri–, ma dà la confortante sensazione che le cose stiano andando nel verso giusto, almeno laggiù a Hollywood.

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