Sul finire dell’estate del 1991, il fotografo palermitano Fabio Sgroi intraprende un viaggio in Europa centrale e orientale, senza avere un’idea precisa; vuole solo andare giro, conoscere e ovviamente, fotografare. Ex musicista punk, negli anni ottanta si è già occupato di cronaca per il quotidiano L’Ora e ha sempre seguito con passione e non solo da osservatore le sottoculture giovanili della sua città.
Le tappe di quelle settimane di settembre sono Vienna, Budapest e Praga. Dalla capitale austriaca scappa in fretta perché è troppo perfetta e poco stimolante. Sono le altre due città ad affascinarlo: entrambe sono luoghi in fermento, nel bel mezzo di una complessa transizione politica, sociale ed economica dovuta alla caduta del blocco sovietico.
Appena arrivato a Praga, prende la metropolitana per raggiungere il centro. All’uscita della stazione si imbatte in un ragazzo che vende riviste porno su un banchetto improvvisato. Gli chiede se conosce un posto dove dormire e lui gli consiglia gli alloggi universitari, che in estate si svuotano per le vacanze. Sgroi accetta il consiglio: l’edificio sembra una caserma, vuota, le finestre sono minuscole e in ogni stanza ci sono solo un letto, un comodino e una radio che trasmette solo musica classica. Costa duemila lire al giorno.
Trovata la sua base, Sgroi se ne va in giro per la città e da alcune locandine scopre che quel giorno, il 14 settembre, è prevista una manifestazione di anarchici e rom contro il razzismo e la violenza. Si svolge a Střelecký, un’isolotto sul fiume Vltava. La protesta nasce in seguito a degli episodi violenti causati da gruppi di skinhead. Il fotografo si unisce all’evento e passa l’intera giornata a scattare. Senza porsi limiti e obiettivi, si lascia travolgere dal flusso di quelle ore, dall’energia e dalla tensione del momento.
A distanza di trent’anni, Sgroi ha deciso insieme a Giandomenico Carpentieri di Union Editions di raccogliere le immagini di quella singola giornata nel libro Praha 14.09.1991, che sarà presentato il 18 maggio a Spoleto negli spazi di Icola.
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