Il 4 marzo nel suo discorso al congresso il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che il sogno americano sta per tornare più grande che mai. I suoi dazi sono destinati a creare lavoro e ricchezza per gli statunitensi. “Purtroppo per lui”, scrive l’Econo­mist, “nel mondo reale le cose sembrano diverse”. Gli investitori, i consumatori e le aziende mostrano i primi segni d’insofferenza verso la visione trumpiana. “Con il suo protezionismo aggressivo e imprevedibile, il presidente sta scherzando con il fuoco”. L’amministrazione Trump rischia di infliggere danni duraturi all’economia, negli Stati Uniti e all’estero. Ne ha preso atto Wall street, che il 10 marzo ha registrato forti perdite: l’S&p500, l’indice delle cinquecento principali società quotate alla borsa di New York, ha perso il 2,7 per cento, mentre i titoli tecnologici del Nasdaq hanno perso il 4 per cento, con un picco del 15 per cento per la Tesla di Elon Musk. Ha aggravato la situazione lo stesso Trump, che non ha escluso l’arrivo di una recessione. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1605 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati