Il 27 novembre il paseo de la Reforma, il viale principale di Città del Messico, era invaso da una marea umana che avanzava verso la piazza dello Zócalo. Era il risultato del braccio di ferro politico del presidente Andrés Manuel López Obrador con l’opposizione: decine di migliaia di persone, più di un milione secondo gli organizzatori, hanno celebrato i quattro anni di mandato del lea­der di centrosinistra.

Per molti sostenitori di Obrador è stata una giornata di festa per un governo che, almeno a parole, ha messo i poveri al centro del suo discorso. Per altri il presidente ha voluto solo mostrare i muscoli, dopo che il 13 novembre migliaia di persone erano scese in piazza contro il suo progetto di riforma elettorale. Il centro della capitale sembrava qualcosa a metà tra una parata, un festival musicale e una messa per una miriade di persone. Per un presidente che difende l’austerità, la manifestazione è stata tutt’altro che sobria.

Ovazioni e applausi

María de la Luz Velázquez, 72 anni, è arrivata con il marito da Tizayuca, nello stato di Hidalgo. “Ho lavorato come cuoca in un ristorante. Avevo un’attività, poi l’ho chiusa per problemi economici. C’è stato un grande cambiamento tra questo presidente e il precedente, ora stiamo molto meglio”, dice. “Sono stati quattro anni di conquiste per i messicani poveri, perché prima i benefici andavano soprattutto agli imprenditori”, aggiunge il marito.

Un bambino di circa otto anni regge un cartello: “Sono stato costretto a venire dalle mie idee”. Posa sorridente per una foto scattata dalla nonna. Il cartello si riferisce a una polemica innescata dallo stesso Obrador quando ha convocato la manifestazione: ha assicurato che non ci sarebbero stati acarreados, cioè dipendenti pubblici costretti a partecipare al corteo. La maggior parte dei presenti ha detto di essere lì volontariamente, ma sui social network ci sono state varie denunce di pressioni subite sul posto di lavoro.

María Victoria Peña e Fabiola López arrivano da Nezahualcóyotl, un comune nello stato del México. Entrambi insegnano in scuole pubbliche. “Il presidente ha un progetto di paese che sta portando a una rivoluzione nella coscienza dei giovani”, dice Peña. “L’opposizione non vuole un popolo preparato e consapevole”, aggiunge López.

Su una panchina dell’Alameda, José Antonio Palomares, 61 anni, si riposa leggendo un libro che ha portato con sé dallo stato di Michoacán.“Sono venuto per dire grazie per i cambiamenti che ci sono stati e per le molte novità in arrivo. Secondo me siamo solo all’inizio, e spero che si continui così per il bene dei nostri figli”. Lavora per il ministero della salute da vent’anni, ma è stanco di non essere promosso a causa di altri colleghi privilegiati, che hanno le conoscenze giuste. “Sono medico veterinario e non mi pagano in modo adeguato. Perché danno sempre la priorità agli altri? Mi sono stufato”.

Quasi sei ore dopo l’inizio della manifestazione Obrador, che ha marciato a piedi circondato dalla sua squadra, è arrivato allo Zócalo. Ha baciato mani, abbracciato, salutato chi voleva una foto. Sembrava più un calciatore che un presidente. Abituato ai bagni di folla, quella del 27 novembre è stata solo un’altra piccola vittoria per lui, la prova che può lanciare una sfida contro l’opposizione e uscirne vittorioso. Nel suo discorso ha passato in rassegna i trionfi del suo governo, ha promesso che non si ricandiderà e che estenderà la copertura sanitaria pubblica a tutto il paese. Tra ovazioni e applausi, la giornata è stata un successo. ◆fr

Da sapere
Persone scomparse

◆ Il 27 novembre 2022, mentre si svolgeva la manifestazione in sostegno del presidente Andrés Manuel López Obrador, le associazioni dei familiari delle persone scomparse hanno protestato vicino al corteo principale. Secondo loro, il governo non fa abbastanza per le vittime di sparizione forzata né per aiutare chi le sta cercando. Gli attivisti criticano anche il potere sempre maggiore concesso ai militari. Dal 2007 in Messico sono scomparse più di centomila persone. Animal Político


Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1489 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati