La diffusione della variante omicron del covid-19 in Africa meridionale sta dando forza alle voci critiche verso l’Unione europea, accusata di impedire l’accesso ai vaccini nei paesi poveri con la sua strenua difesa dei brevetti. Il 30 novembre a Ginevra avrebbe dovuto cominciare una riunione dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) per discutere della sospensione dei diritti di proprietà intellettuale sui vaccini e sui farmaci contro il covid-19. Alla fine il vertice è stato rimandato. Ma non per questo i diplomatici europei possono tirare un sospiro di sollievo. Tutt’altro. I promotori di un accesso più ampio ai vaccini hanno immediatamente fatto notare che l’emergere di una nuova variante e la cancellazione dell’evento della Wto sono ulteriori prove del fatto che i paesi ricchi non possono sperare di sconfiggere il virus finché gli abitanti di quelli in via di sviluppo non saranno a loro volta vaccinati in massa. India e Sudafrica guidano la carica per una moratoria dei brevetti dei vaccini. L’Unione europea è invece la principale potenza commerciale – sostenuta da Regno Unito, Svizzera e Canada – a opporsi alla sospensione. Il dibattito va avanti da tempo. I paesi ricchi sostengono che la protezione dei brevetti è fondamentale per garantire che le grandi case farmaceutiche continuino a investire su ricerca e innovazione. I paesi in via di sviluppo ribattono dicendo che un ricorso eccessivo e prolungato ai brevetti impedisce un accesso alle cure a buon mercato.

Persone o profitti

“Il diffondersi della variante omicron dovrebbe spingere la Commissione europea a capire che non usciremo dalla pandemia finché tutto il mondo non avrà accesso a vaccini a basso prezzo”, ha dichiarato Sara Matthieu, deputata per il partito dei Verdi al parlamento europeo. “L’Europa deve tutelare la salute delle persone più dei profitti delle case farmaceutiche”. Secondo i dati dell’università Johns Hopkins, in Sudafrica le persone vaccinate sono il 24 per cento della popolazione, contro il quasi 70 per cento di Francia e Germania. Le motivazioni di chi spinge per la sospensione dei brevetti non sono solo umanitarie: se i vaccini fossero a disposizione di tutti, l’economia mondiale avrebbe minori possibilità di essere sconvolta da shock come la comparsa della variante omicron.

Il vertice che doveva cominciare il 30 novembre era considerato un test per la credibilità della Wto. La direttrice generale Ngozi Okonjo-Iweala voleva raggiungere un compromesso sulla sospensione dei brevetti, anche per dimostrare che questa moribonda istituzione commerciale può ancora svolgere un ruolo globale. Per questo aveva invitato i paesi a rinunciare alle posizioni oltranziste per raggiungere un accordo a Ginevra. Anche se il vertice è stato rinviato, i negoziati continuano.

A parole, l’Europa si è comportata abilmente negli ultimi giorni, lasciando intendere di voler ammorbidire la sua posizione. Ma in realtà non è cambiato niente. Di recente il commissario europeo per il commercio Valdis Dombrovskis ha scritto sul Financial Times che l’Europa sarebbe favorevole a una “deroga mirata” alle licenze sui vaccini. Tuttavia alcune persone ben informate hanno dichiarato che la proposta di Dombrovskis ricalca quella di lunga data di Bruxelles, disposta a sostenere delle misure per favorire la concessione di licenze obbligatorie, come previsto dall’accordo Trips della Wto, che stabilisce le regole per la tutela internazionale della proprietà intellettuale. La concessione di licenze obbligatorie significa che un paese può permettere a un’azienda di produrre un farmaco senza l’autorizzazione del detentore del brevetto, cosa che solitamente succede in caso di emergenza sanitaria. È un provvedimento adottato raramente e giuridicamente insidioso. Inoltre non risponde alla richiesta di sospensione assoluta avanzata da India e Sudafrica.

Un concerto per gli operatori sanitari impegnati contro il covid-19, Città del Capo, 15 ottobre 2021 (Lyu Tianran, Xinhua/eyevine/contrasto)

Nel frattempo il parlamento europeo sta aumentando le pressioni sulla Commissione. I deputati hanno approvato una risoluzione a favore della sospensione temporanea della proprietà intellettuale. Ma, dicono alcuni diplomatici dell’Unione europea, anche se la Commissione cambiasse improvvisamente idea e desse ascolto al parlamento europeo, i ministri del commercio dei governi nazionali non firmerebbero la sospensione. 

Il 29 novembre i ministri del commercio erano pronti a riunirsi per comunicare alla Commissione europea il loro orientamento in vista del vertice di Ginevra. Le bozze del documento finale che Politico ha potuto vedere non mostrano alcuna flessibilità sulla sospensione dei brevetti. Solo licenze obbligatorie, niente di più.

Secondo i diplomatici europei molto dipenderà da cosa faranno gli Stati Uniti. Finora Washington non ha avanzato una proposta, anche se all’inizio dell’anno aveva sostenuto apertamente la sospensione della proprietà intellettuale per i vaccini. Questa posizione è stata ribadita il 26 novembre dal presidente statunitense Joe Biden, secondo cui la nuova variante ha mostrato “l’importanza di muoversi rapidamente”.

“Se Washington si schiererà con Sudafrica e India a favore di una sospensione”, ha commentato uno dei diplomatici intervistati da Politico, “le cose rischiano di andare storte per l’Europa”. ◆ ff

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Questo articolo è uscito sul numero 1438 di Internazionale, a pagina 20. Compra questo numero | Abbonati