Presentarsi con il proprio nome, indossando abiti diversi: Adele (Nigro) Altro, da sempre conosciuta come cantautrice del progetto Any Other, decide di ricorrere a questo suo nome da romanzo per accompagnare l’uscita di Tentativo, esperimento musicale in sette brani che parte dalle musiche composte per il podcast Limoni di Internazionale e poi prende altre strade atmosferiche, fatte di impressioni a tratti molto concrete e a tratti vaporizzate. C’è una particolare qualità nominale in Tentativo, che va al di là della decisione della musicista di farsi chiamare con il suo nome proprio nel momento in cui opta per canzoni molto diverse rispetto al solito.

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Uno degli aspetti più interessanti di fronte ad artiste come lei – aggiungerei nel novero Courtney Barnett, Julian Baker e Lucy Dacus – è proprio notare come la loro cifra intima, nervosa e screziatamente emo, cominci ad assumere un’altra volumetria sul palco, che loro usano per “imparare” e forse anche per arrivare a dismettere la chitarra, prima o poi. Nelle canzoni di Tentativo c’è un’aderenza tra titolo e movimento: provate ad ascoltare Rincorsa senza avere voglia di alzarvi e saltare in un altro spazio, o Apertura (brano messo in chiusura, altra dissonanza lirica) senza voler prendere la vostra giornata stanca e trovarci dentro un buco per ricominciare. Con la sua delicata qualità meditativa e jazz, senza le pesantezze ormai classiche dei bordoni, Adele Altro scrive un interludio in cui mette alla prova una sensibilità che potrebbe arrivare a esplodere molto presto. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1462 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati