Mio figlio di quattordici anni è un ragazzino simpatico e brillante, ma da un paio d’anni ha cominciato a vestirsi in modo terribile, a volte quasi ridicolo, e io sono molto indecisa su quanto debba e possa interferire con le sue scelte di moda. –Francesca

Ti propongo un esercizio. Cerca qualche tua foto di quando avevi tredici, quattordici anni: quelle del Natale in famiglia, le foto di classe o qualunque altra immagine di te a quell’età. E poi osserva com’eri vestita. Forse eri un’adolescente abbigliata in modo infantile con il colletto di pizzo, le trecce e il cardigan rosa; o magari seguivi mode del momento come capelli con la permanente o pantaloni calati tipo rapper che facevano vedere le mutande; oppure, come nel mio caso, eri semplicemente vestita in modo orrendo. Io a tredici anni andavo in giro con un giaccone di tessuto plastico iridescente e delle scarpe lucide di vernice adatte a una gara di ballo, ma che secondo me erano una scelta ideale per andare a scuola.

Guardare quelle foto fa male, ma sono cicatrici di una battaglia di cui andare fieri: nessuno ti spiega come vada fatto il delicato passaggio da bambino ad adulto, l’unico modo è andare per tentativi, alternando strade giuste e cantonate. E l’abbigliamento è uno dei principali strumenti di questa ricerca d’indipendenza. Il tuo compito di genitore è fare in modo che tuo figlio sia vestito in modo adeguato per la stagione, per la scuola e per le situazioni particolari. Sullo stile puoi dare consigli, ma tenendo a mente che forse quello più vestito alla moda ormai è lui e non più tu.
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Questo articolo è uscito sul numero 1444 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati