Ecco una bella immagine di Antonio Gramsci: “Un deserto con un gruppo di alte palme è sempre un deserto: anzi è proprio del deserto avere delle piccole oasi con gruppi di alte palme”. Sono righe che appaiono alla fine di un breve ragionamento su come valutare le scelte operate dai governi per innalzare il livello culturale nazionale ( Passato e presente , Einaudi 1951, pagina 119). Le politiche culturali – dice Gramsci – sono o espansive o repressive. E chiarisce: “Un sistema di governo è espansivo quando facilita e promuove lo sviluppo dal basso in alto (…) e rende quindi possibile una selezione di ‘cime intellettuali’ su più vasta area”. Sottolineiamo quel “su più vasta area”. Le politiche culturali dei governi dell’Italia repubblicana sono state di tirchia e sciatta espansione. L’area per la selezione di “cime intellettuali” non si è mai virtuosamente allargata. C’è stato sempre qualche bieco trucchetto per spacciare per politiche espansive provvedimenti superficiali, di scarso impegno economico, che non modificavano la sostanza delle vecchie politiche repressive e il conseguente sciupìo di intelligenze. Di generazione in generazione le aree dove coltivare sul serio “cime intellettuali” sono rimaste le solite piccole oasi con palme di elevati privilegi. Intorno è durato il deserto che – stando alla natura dell’attuale governo – rischia di allargarsi ancora di più.

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Questo articolo è uscito sul numero 1500 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati