Negli ultimi tre mesi centinaia di studenti in varie città dell’Iran sono state misteriosamente avvelenate, provocando un’ondata di rabbia e confusione nel paese. Tutto è cominciato alla fine di novembre nella città santa di Qom, a sud di Teheran, quando diciotto ragazze hanno accusato un malore e sono state portate in ospedale. La maggior parte è stata dimessa poco tempo dopo, ma alcune sono rimaste sotto osservazione per giorni. In seguito, casi simili si sono verificati in diverse altre scuole di Qom, Teheran, Borujerd, nell’ovest del paese, e di Ardebi, nel nordovest.

Non ci sono dati certi su quante bambine e ragazze sono coinvolte, ma probabilmente sono centinaia. Prima di sentirsi male hanno spesso riferito di strani odori, come di mandarini marci o profumi pungenti. I mezzi d’informazione locali scrivono che alcune avrebbero visto oggetti lanciati nel cortile della scuola prima dell’avvelenamento. Tra i sintomi ci sono emicranie, nausea e in alcuni casi una paralisi temporanea. Alcuni giornali con sede all’estero hanno riferito che una studente di Qom è morta.

Possibile vendetta

Per settimane le autorità nelle scuole, negli uffici dei governatori e al ministero della sanità hanno negato o minimizzato gli episodi, dicendo che le ragazze erano state “prese dal panico” o avevano avuto solo sintomi “lievi”. Ma il 26 febbraio Younes Panahi, il viceministro della sanità, è stato il primo funzionario a confermare che gli avvelenamenti sono stati intenzionali. Panahi ha dichiarato ai mezzi d’informazione statali che “alcune persone” vorrebbero impedire alle ragazze di andare a scuola, senza aggiungere dettagli. Ha anche detto che gli avvelenamenti sono stati causati da sostanze chimiche disponibili in commercio e che non c’è rischio di contagio perché non si tratta di virus o batteri.

Man mano che cresceva l’attenzione della stampa, funzionari e deputati hanno confermato la natura intenzionale degli attacchi. È stata costituita una commissione d’indagine e il 1 marzo il presidente Ebrahim Raisi ha ordinato al ministero dell’interno di seguire la vicenda.

Mentre crescono confusione e mancanza di chiarezza, le fazioni dentro e fuori l’Iran lanciano accuse. Diversi funzionari hanno ipotizzato che i “nemici” stranieri della Repubblica islamica potrebbero aver compiuto gli attacchi per infangarne la reputazione. Alcuni esponenti dell’opposizione che vivono all’estero sostengono che la responsabilità degli attacchi sia dello stato, accusandolo di volersi “vendicare” delle studenti che hanno fatto circolare immagini e video delle proteste scoppiate a settembre in tutto l’Iran dopo la morte di una donna sotto la custodia della polizia religiosa. Altri hanno tracciato un parallelo con gli attentati compiuti negli anni 2000 e 2010 dai taliban in Afghanistan, che avvelenarono delle studenti per impedirgli di seguire le lezioni.

Questi episodi hanno spinto alcuni genitori a ritirare le loro figlie da scuola. Altri sostengono che tenere le ragazze lontane dagli istituti finirebbe per fare il gioco degli attentatori. ◆fdl

Da sapere
I casi si moltiplicano

30 novembre 2022 A Qom, una città a circa 130 chilometri da Teheran, diciotto studenti si sentono male e sono ricoverate. Da allora le segnalazioni di intossicazioni si moltiplicano in molte città e coinvolgono più di mille studenti in 52 istituti femminili, soprattutto licei ma anche scuole elementari. Le vittime lamentano difficoltà respiratorie, nausea e mal di testa.

1 marzo 2023 Il presidente Ebrahim Raisi ordina l’apertura di un’inchiesta.

6 marzo Il leader supremo Ali Khamenei parla pubblicamente del caso, sostenendo che gli avvelenamenti sono causati intenzionalmente e i colpevoli dovrebbero essere condannati a morte per aver commesso “crimini imperdonabili”.

7 marzo Il viceministro dell’interno Majid Mirahmadi annuncia che diverse persone sono state arrestate in cinque province, senza fornire dettagli sulla loro identità, sulle circostanze degli arresti o sul loro coinvolgimento. Bbc, Afp


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Questo articolo è uscito sul numero 1502 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati