Più di 21 mesi dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, a Kiev l’umore è cupo. Le tensioni tra il presidente Volodymyr Zelenskyj e il comandante in capo delle forze armate, Valerij Zalužnyj, sono ormai evidenti. I successi del 2022, quando l’Ucraina è riuscita a respingere gli attacchi russi contro la capitale e a riconquistare ampi territori, hanno lasciato il posto a una situazione di stallo. Da mesi russi e ucraini combattono una sanguinosa guerra di trincea lungo una linea del fronte di centinaia di chilometri.
A Kiev tutto questo ha innescato una serie di scontri politici. Le autorità ucraine stanno cercando di resistere contro una potenza che ha più uomini, più armi e un’economia più grande, e la situazione è resa particolarmente difficile dai recenti tentennamenti degli alleati sulla fornitura di aiuti militari.
Zelenskyj e i vertici dell’esercito si stanno sforzando di inviare messaggi positivi
I politici ucraini hanno disperatamente bisogno di un piano. A quanto si dice l’idea dei militari è reclutare molti più uomini e fare pressione sugli alleati per ottenere più munizioni. Le autorità civili, invece, vorrebbero che l’esercito mettesse a punto una precisa strategia di guerra. “Dai militari sentiamo dire solo: ‘Dateci più persone e milioni di munizioni’. Ma non può bastare”, spiega una fonte ben informata che ha chiesto di mantenere l’anonimato. Tuttavia alcuni ufficiali dell’esercito garantiscono che un piano esiste. “Pensate davvero”, dice un militare, “che il segretario alla difesa statunitense Lloyd Austin e il comandante delle forze alleate in Europa Christopher Cavoli avrebbero incontrato Zalužnyj se non avesse avuto un piano?”.
Percependo le prime crepe all’interno della leadership ucraina, la Russia ha alimentato le voci su una rivalità tra Zalužnyj e Zelenskyj e ha sottolineato la presunta “stanchezza” degli alleati dell’Ucraina. “È chiaro che continuare a buttare soldi nel pozzo ucraino sta diventando sempre più difficile per i paesi occidentali”, ha dichiarato il 4 dicembre il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov. “Per quanto ci riguarda, l’operazione militare speciale continuerà. La nostra economia si è adeguata e ci garantisce di poter andare avanti”.
Intanto, a Kiev, le lotte interne alle autorità ucraine stanno alimentando lo scoramento della popolazione. “Capisco perché la Russia sta cercando di creare una frattura tra la leadership politica ucraina e quella militare”, ha scritto su Facebook Alina Mykhailova, ufficiale dell’esercito ucraino ed esponente del consiglio comunale di Kiev. “È l’unico modo che ha per vincere. Quello che non capisco è perché gli stiamo offrendo esattamente quello che vuole”.
Le ambizioni del ministro
Pubblicamente le autorità ucraine ribadiscono che non esistono screzi tra Zelenskyj e Zalužnyj. Il presidente del parlamento, Ruslan Stefančuk, ha affermato che si tratta esclusivamente di propaganda russa. Ma la propaganda – si sa – contiene sempre un granello di verità.
Il mese scorso, in effetti, le tensioni ai vertici dello stato ucraino si sono nettamente intensificate. Un’intervista di Zalužnyj all’Economist ha iniettato nel racconto della guerra una considerevole dose di realismo, in contrasto con l’ottimismo della retorica ufficiale di Kiev. Il generale ha ammesso che la Russia è tutt’altro che sconfitta e ha lanciato un allarme: “Una guerra di posizione è una guerra prolungata che comporta rischi giganteschi per le forze armate ucraine”.
Fonti vicine a Zelenskyj riferiscono che l’articolo dell’Economist ha costretto il presidente a rassicurare i partner sul fatto che la guerra non è persa e che aiutare Kiev è ancora necessario. Ora Zelenskyj pretende che l’esercito gli presenti una strategia chiara, per poter salvare gli aiuti economici e militari. “Mi piacerebbe che le persone capissero il piano d’azione nella sua interezza: dove siamo andando e quali sono le sfide”, ha detto il presidente a un gruppo di giornalisti a Kiev.
Intanto, il governo ucraino continua a chiedere munizioni agli alleati. Probabilmente l’Unione europea non riuscirà a mantenere la promessa di consegnarne un milione entro marzo.
Zelenskyj sta anche valutando la possibilità di firmare un decreto, che si trova sulla sua scrivania da giugno, per ridurre l’età per l’arruolamento da 27 a 25 anni. Questa modifica permetterebbe di reclutare più uomini e ruotare meglio gli effettivi, che in alcuni casi sono in servizio da due anni senza una pausa. “Bisogna calcolare con precisione tutto quello che può servire allo stato, all’esercito. E dobbiamo valutare il tema della mobilitazione”, ha detto il presidente. Ma diversi osservatori ritengono che i militari abbiano ragione: “Chiedere più pezzi d’artiglieria e più uomini è già di per sé un piano. Questa guerra è così dinamica che pianificare con mesi di anticipo è irrealistico”, spiega Anton Pavluško, del progetto giornalistico open source InformNapalm.
Comunque sia, qualunque incomprensione tra il presidente e il suo generale rischia di prestare il fianco ad attacchi politici. Zalužnyj non ha manifestato alcuna ambizione politica, ma il forte sostegno popolare di cui gode lo rende l’unico avversario plausibile per Zelenskyj. In Ucraina le elezioni presidenziali erano previste a marzo, ma sono state rinviate perché la costituzione vieta di votare quando è in vigore la legge marziale.
Anche per questo Zelenskyj ha invitato i generali a concentrarsi sulla guerra. “Ci sono forze che stanno spingendo i militari verso la politica”, ha detto al tabloid britannico Sun a metà novembre. Inoltre ha chiesto ai rivali politici di non approfittare della situazione. “Diffondere idee sulle elezioni durante una guerra è da irresponsabili”, ha dichiarato, visibilmente irritato, in un comunicato video all’inizio di novembre. Finora, tuttavia, i suoi appelli non hanno avuto l’effetto sperato.
Solidarietà europea (Jes), il partito di opposizione guidato dall’ex presidente Petro Porošenko, ha usato il presunto conflitto tra governo e militari per indebolire Zelenskyj. Anche Mariana Bezuhla, vicepresidente della commissione parlamentare per la difesa, ha chiesto apertamente l’allontanamento di Zalužnyj, accusandolo di non aver dato una visione dettagliata dello sforzo militare per il 2024. E perfino David Arachamija, esponente di spicco del partito di Zelenskyj, ha criticato i vertici dell’esercito. “Chiediamo ai militari di darci una prospettiva chiara”, ha detto.
Un piano per dare una svolta alla guerra servirebbe anche a rafforzare il sostegno internazionale all’Ucraina, che comincia a vacillare. Negli Stati Uniti i repubblicani si oppongono alla richiesta del presidente Joe Biden di approvare uno stanziamento di 61,4 miliardi di dollari per aiutare Kiev. “Voglio essere chiara: se l’autorizzazione del congresso non arriverà entro la fine dell’anno, non avremo più risorse per inviare armi ed equipaggiamenti all’Ucraina né per fornire materiale proveniente dalle scorte statunitensi”, ha scritto il 5 dicembre la responsabile del bilancio della Casa Bianca, Shalanda Young.
Dubbi simili ci sono anche in Europa. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán è contrario all’invio di nuovi aiuti europei, appoggiato dal primo ministro slovacco Robert Fico. Anche il nuovo premier populista olandese, Geert Wilders, vuole sospendere gli aiuti militari per l’Ucraina.
In ogni caso, Zelenskyj e i vertici dell’esercito si stanno sforzando di inviare messaggi positivi, sottolineando che nonostante lo stallo della controffensiva estiva le forze ucraine sono comunque riuscite a respingere la flotta russa sul mar Nero, allontanandola dalle acque occidentali e riaprendo la rotta del grano dai porti ucraini. Inoltre, l’esercito di Kiev ha colpito importanti obiettivi strategici in territorio russo. Diversi paesi occidentali hanno ribadito che nonostante le difficoltà non intendono abbandonare l’Ucraina. “Continueremo a garantire il nostro appoggio a Kiev fino a quando sarà necessario”, ha dichiarato il cancelliere tedesco Olaf Scholz in parlamento.
“L’Ucraina è molto importante per gli Stati Uniti e per il mondo intero”, ha ribadito Lloyd Austin il 2 dicembre.
Ma il rischio che sul campo la situazione peggiori è reale. “Le guerre si sviluppano in fasi”, ha spiegato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. “Dobbiamo sostenere l’Ucraina nei momenti favorevoli e in quelli difficili, ma anche essere pronti a ricevere cattive notizie”.
Nel suo intervento su Facebook, Mykhailova ha chiesto ai politici ucraini di formare un fronte coeso: “Se non lo farete, milioni di ucraini perderanno per sempre la casa, la libertà e la vita. Voi magari andrete all’estero a scrivere le vostre memorie, ma la storia vi ricorderà come traditori. Le fondamenta della nostra vittoria non sono i missili a lungo raggio o le tecnologie più avanzate, ma è l’unità tra il governo, il popolo e l’esercito”. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1542 di Internazionale, a pagina 18. Compra questo numero | Abbonati