13 maggio 2016 09:45
  • Sarà il solito annuncio a effetto, l’ennesima minaccia senza seguito? Le autorità keniane hanno ribadito la loro intenzione di chiudere entro maggio del 2017 il campo profughi di Dadaab, il più grande del mondo. Il 12 maggio il governo ha dichiarato di aver sbloccato a questo scopo 10 milioni di dollari (8,8 milioni di euro).
  • Secondo le Nazioni Unite l’immenso complesso di Dadaab, nell’est del Kenya, accoglie 344mila persone. Si tratta di migranti e profughi, in gran parte somali (328mila) che vivono da anni in condizioni particolarmente difficili.
  • La decisione di Nairobi è stata giustificata dal fatto che il campo sorge vicino alla frontiera con la Somalia ed è un terreno fertile, se non un rifugio, per gli uomini di Al Shabaab, i jihadisti somali. Le autorità keniane pensano che all’interno del campo ci sia una “cellula dormiente” dell’organizzazione.
  • Oltre aifrequenti attentati nella capitale somala Mogadiscio, gli Al Shabaab sono anche i responsabili degli attacchi contro il centro commerciale Westgate di Nairobi del settembre del 2013 (67 morti) e all’università di Garissa nell’aprile del 2015 (148 morti, tra cui 142 studenti).
  • Le organizzazioni in difesa dei migranti hanno duramente criticato l’iniziativa keniana e chiedono al paese di tornare sui suoi passi. “Da quasi vent’anni il Kenya svolge un ruolo essenziale nell’Africa orientale e nel Corno d’Africa nell’attribuzione del diritto di asilo a chi è costretto a fuggire dalle persecuzioni e dai conflitti”, ha dichiarato in un comunicato Adrian Edwards, portavoce dell’Unhcr.
  • La chiusura del campo, che dovrebbe essere supervisionata da un’unità speciale, avrà come conseguenza il rimpatrio forzato dei somali nel loro paese ancora in guerra. Per le ong si tratta di una misura irrealizzabile, ma anche in contrasto con le convenzioni internazionali.
  • Inoltre uno scenario del genere potrebbe destabilizzare ancora di più la Somalia, osserva sul Washington Post Stephanie Schwartz, dottoranda della Columbia university: “Quando centinaia di migliaia di persone tornano in un paese dove non vivono più da anni, è molto poco probabile che portino stabilità e pace”.
  • Alcuni temono più in generale l’inizio di un nuovo esodo e che il Kenya adotti la stessa logica dell’Europa, che preferisce chiudere le porte ai migranti.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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