22 settembre 2020 09:45

Le elezioni regionali si sono concluse con un pareggio tra centrosinistra e centrodestra: entrambi gli schieramenti hanno vinto in tre regioni (mentre deve ancora cominciare lo spoglio delle schede in Valle d’Aosta). Nelle sei regioni sono state riconfermate le coalizioni uscenti (tranne nel caso delle Marche in cui il governatore uscente non si è ricandidato, ma in ogni caso ha vinto lo schieramento opposto).

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Dopo le elezioni regionali del 20-21 settembre, quindici regioni italiane sono governate dal centrodestra e cinque dal centrosinistra.

  • Il centrodestra ha vinto in Veneto con un vero e proprio plebiscito per il leghista Luca Zaia, che ha superato il 75 per cento dei consensi contro il 15,6 per cento di Arturo Lorenzoni, candidato del centrosinistra.
  • Confermato anche Giovanni Toti in Liguria con circa il 55 per cento dei voti contro il 38 per cento di Ferruccio Sansa, candidato unico della coalizione di cinquestelle e democratici.
  • In entrambi i casi sono stati riconfermati i governatori uscenti, mentre nelle Marche ha vinto il candidato di Fratelli d’Italia Francesco Acquaroli, appoggiato da tutto il centrodestra, che ha ottenuto il 49,1 per cento dei consensi contro il 37,3 per cento di Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia, candidato del centrosinistra.
  • Anche il centrosinistra ha vinto in tre regioni, riconfermando in due casi i governatori uscenti. In Puglia Michele Emiliano ha vinto con il 46,6 per cento contro il 37,6 raggiunto da Raffaele Fitto.
  • In Campania ha trionfato Vincenzo De Luca che ha raccolto il 64,7 per cento dei consensi, mentre il candidato del centrodestra, Stefano Caldoro, ha ottenuto il 20,8 per cento.
  • In Toscana Eugenio Giani del Partito democratico ha ottenuto il 48, 6 per cento dei voti, contro il 40,4 di Susanna Ceccardi della Lega. Irene Galletti del Movimento 5 stelle ha ottenuto il 6,4 per cento.

Come sono andati i partiti
Il Partito democratico, al governo dal 2019, è il primo partito italiano in tutte le regioni dove si è votato, eccetto Veneto e Liguria, e ha festeggiato i risultati, soprattutto perché i sondaggi avevano anticipato una prospettiva molto diversa, davano cioè sia la Toscana sia la Puglia in bilico. “Ha vinto la squadra, la comunità, la passione che ci abbiamo messo tutti”, ha detto commentando i dati il segretario Nicola Zingaretti, che ha interpretato il voto locale anche come un segnale incoraggiante per il governo in carica da più di un anno.

I risultati del Movimento 5 stelle, invece, sono stati particolarmente negativi. Il partito, che governa dal 2018 con due diverse coalizioni, si è presentato con una lista autonoma in quasi tutte le regioni raccogliendo risultati deludenti: è arrivato a un risultato superiore al 10 per cento solo in Campania e ha sfiorato il 10 per cento in Puglia. Alcuni deputati del Movimento hanno parlato di “disastro”, il viceministro Stefano Buffagni ha ammesso: “Scelte sbagliate, dobbiamo rivedere tante cose”. Da subito, nei “prossimi giorni”, ha assicurato il capo politico reggente Vito Crimi, partirà il percorso degli stati generali, che “ci porterà a determinare nuovi e più ambiziosi obiettivi”.

Sia in Toscana sia in Puglia i candidati del Movimento hanno ottenuto la metà dei voti rispetto a un anno fa. Buona parte di questi voti sono stati decisivi per far vincere i candidati del Pd, Eugenio Giani e Michele Emiliano. Non è ancora chiaro quali saranno gli effetti di questo cambiamento negli equilibri della coalizione di governo. Sempre tra i partiti della maggioranza è stato deludente il risultato di Italia viva, il partito di Matteo Renzi che in Toscana ha raccolto il 4,4 per cento, mentre si aspettava di raggiungere il 10. In altre regioni come la Puglia, dove presentava un suo candidato, ha raccolto solo l’1,4 per cento dei voti.

Sul fronte del centrodestra, la vincitrice sembra essere Giorgia Meloni che, in conferenza stampa, ha ricordato che Fratelli d’Italia ha aumentato i suoi consensi in tutte le regioni, erodendo il capitale di elettori della Lega di Matteo Salvini. Il leader del Carroccio appare come il grande sconfitto delle regionali perché non è riuscito per la seconda volta a conquistare una delle storiche roccaforti del centrosinistra, dopo averlo annunciato. Con queste elezioni sembra essere entrato in crisi il progetto di Salvini di arrivare anche nelle regioni meridionali e di portare la Lega oltre i suoi confini locali. Il leader della Lega inoltre potrebbe avere dei problemi interni: il governatore del Veneto Luca Zaia, esponente di un ramo veneto e più tradizionale della Lega, lo ha infatti superato per popolarità. La lista del governatore del Veneto è andata oltre 30 punti quella del suo stesso partito alle regionali del 2020. In difficoltà anche Forza Italia, che è ormai il terzo partito della coalizione di centrodestra, e non supera il 10 per cento in nessuna regione. Silvio Berlusconi ha seguito lo spoglio in isolamento da Arcore e la prima reazione è stata affidata al suo vice, Antonio Tajani.

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