26 settembre 2022 15:54

Il 6 agosto 2020, a due giorni dall’esplosione al porto di Beirut, percorrendo le strade ferite della città il presidente francese Emmanuel Macron aveva detto le parole che la popolazione sconvolta voleva sentire: “Serve un’indagine internazionale trasparente e chiara”.

Questo appello è rimbalzato contro il muro eretto dalla presidenza della repubblica libanese, che rifiuta la formazione di una commissione d’inchiesta internazionale: l’assistenza tecnica era gradita, ma come parte di un’indagine interna da portare a termine il prima possibile. Due anni dopo, l’inchiesta libanese è ferma. Bloccati da ostacoli politici, i giudici non riescono ad andare avanti. Oltre alle ingerenze, la sopravvivenza dell’indagine dipende anche dalle risorse: chi conduce le indagini opera quasi da solo e con un bilancio estremamente limitato. Il presidente francese è consapevole di questa situazione.

Anche alcuni esperti delle Nazioni Unite hanno avanzato una richiesta simile alla sua. “Un’indagine internazionale fornirebbe alle famiglie delle vittime le risposte che le autorità libanesi non hanno dato”, hanno affermato gli esperti. Per esempio sul perché il nitrato di ammonio sia finito nel porto di Beirut e sulla causa dell’incendio che ha provocato l’esplosione. Secondo Aya Majzoub, di Human rights watch, l’inerzia della Francia si spiega con il fatto che la comunità internazionale non vuole prendere una decisione che potrebbe “minacciare la stabilità del Libano”. “Ma è proprio l’assenza di giustizia e responsabilità che potrebbe portare all’instabilità”, sostiene Majzoub.

La posizione della Francia alimenta le critiche alla volontà di Parigi di risparmiare la classe politica libanese e in particolare Hezbollah, che sta facendo di tutto per ostacolare le indagini. Le ong puntano su un percorso più realistico. “Chiediamo una commissione per stabilire i fatti. Poi spetterà ai libanesi decidere il prossimo passo”, ricorda Majzoub. sm

Caroline Hayek sarà a Ferrara il 30 settembre con la scrittrice libanese Lina Mounzer e l’artista libanese Barrack Rima. Introduce e modera Francesca Gnetti di Internazionale.

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