19 marzo 2022 08:47

L’Ucraina è un paese con un grande patrimonio culturale. È costellata da siti di grande importanza storica, artistica e archeologica: dai monumenti iscritti al patrimonio mondiale dell’Unesco, come la cattedrale di Santa Sofia a Kiev, agli squisiti esempi di architettura barocca cosacca. Ma questa ricca storia culturale è oggi in pericolo.

Mano a mano che la macchina bellica russa avvolge l’Ucraina e cerca di sovrastare le difese del paese, le sue truppe stanno prendendo indiscriminatamente di mira la popolazione civile. Artiglieria pesante, razzi e attacchi aerei, messi in campo per fiaccare il morale della popolazione, stanno inoltre distruggendo le città e i reperti di valore inestimabile che si trovano al loro interno.

Dai primordi alla modernità
Kiev, la capitale, è oggetto di pesanti bombardamenti. Il museo di storia naturale della città accoglie alcuni dei più antichi esempi di architettura esistenti al mondo, tra cui alcuni rifugi fatti di ossa di mammut, che risalgono a 15mila anni fa, al periodo paleolitico.

Forse il reperto più noto delle antiche civiltà dell’Ucraina è il pettorale d’oro degli sciti. Ritrovato in un antico sito di sepolture chiamato Tovsta mohyla (grossa tomba), il pettorale scita risale al quarto secolo avanti Cristo. Fatto d’oro a 24 carati e pesante 1,15 chilogrammi, è decorato con intricate e preziose scene di vita quotidiana e animali. Il pettorale è ospitato al museo dei tesori storici dell’Ucraina, nel monastero delle Grotte di Kiev. Un bombardamento su questo museo cancellerebbe le tracce archeologiche e visive di tante culture tipiche dell’Ucraina. Reperti artistici sciti erano già stati sottratti all’Ucraina durante il periodo sovietico e installati in musei russi.

Il monastero delle Grotte di Kiev, dell’undicesimo secolo, fa parte del patrimonio mondiale dell’Unesco, ed è tra i più sacri dell’Europa orientale. Possiede caverne sotterranee con cappelle e reliquie. In superficie consta di chiese ed edifici che testimoniano gli stili architettonici e artistici del medioevo, degli inizi e delle fasi successive dell’età moderna.

Le opere degli artisti ucraini dissidenti di epoca sovietica sono particolarmente preziose

Un altro sito dell’Unesco – e gioiello di Kiev – è la cattedrale di Santa Sofia, dell’undicesimo secolo, abbagliante con le sue cupole dorate e i suoi variopinti mosaici di santi e angeli. Se c’è un monumento su cui Putin vorrebbe mettere le mani è questa cattedrale, a cui egli fa erroneamente risalire le radici dello stato russo contemporaneo. La chiesa di San Cirillo, del dodicesimo secolo, decorata con affreschi medievali unici e dipinti murali di importanti artisti simbolisti del diciannovesimo secolo, si trova accanto a Babij Yar, dove sorge il memoriale di una delle più grandi fosse comuni collegate alle atrocità naziste in Europa, e recentemente colpito da missili russi.

Essendo la patria di alcuni grandi artisti e scrittori ucraini, la città è costellata di musei che una volta erano le loro residenze personali, come quella di Taras Ševčenko. Principale poeta nazionale ucraino e artista di spicco, Ševčenko fu malvisto in Russia nel diciannovesimo secolo per aver sfidato il divieto di usare la lingua ucraina e per aver propagandato l’indipendenza dell’Ucraina.

Fuori della capitale
Nel museo nazionale d’arte di Kiev ci sono icone inestimabili (dipinti religiosi del periodo medievale e barocco) e rari ritratti di figure storiche e capi cosacchi, realizzati da artisti del diciottesimo secolo come Volodymyr Borovykovskyi, oltre che alcuni dei migliori esempi di pittura d’avanguardia ucraina. Molti artisti d’avanguardia furono oggetto di misure repressive sovietiche negli anni trenta e le loro opere furono distrutte, il che rende gli esempi sopravvissuti ancor più preziosi.

L’eredità culturale dell’Ucraina non si limita alla capitale. La penisola di Crimea vanta i resti di antiche città greche e romane, oltre che di fortezze medievali genovesi. La ricca cultura tatara della penisola è rappresentata da strutture palatine e da una moschea nella città della Crimea centrale, Bachčysaraj, un tempo capitale del potente khanato di Crimea. Dall’annessione russa della Crimea nel 2014, la popolazione nativa tatara è stata vittima di una brutale repressione.

Nell’Ucraina orientale e centrale, le strutture barocche e le ville neoclassiche sono vestigia visibili dello stato dell’atamanato cosacco dell’Ucraina, che si sviluppò tra il 1648 e il 1764 e fu spesso indicato con il nome di Ucraina. Questa miscela di tendenze architettoniche e artistiche dell’Europa occidentale e tradizioni locali ha prodotto un caratteristico stile barocco cosacco.

Iosif Stalin associò lo stile barocco cosacco al nazionalismo ucraino e cercò di distruggere tutte le opere d’arte e architettoniche appartenenti al periodo cosacco, trasformando in una rarità le opere superstiti.

Le strutture medievali e barocche cosacche formano il nucleo della città nordorientale di Chernihiv, oggetto di pesanti bombardamenti in questi giorni. Miracolosamente, finora, non sono stati danneggiati monumenti architettonici.

Spettacolari fortezze posizionate lungo i ripidi argini dei fiumi, tenute di campagna e palazzi fanno parte del paesaggio dell’Ucraina occidentale, e documentano la mescolanza di popoli e culture: ucraini, polacchi, ottomani, armeni, greci. Qui si trova un’altra delle gemme urbane dell’Ucraina, anch’essa patrimonio mondiale dell’Unesco: il centro storico della città di Leopoli. La topografia urbana della città medievale presenta cortili rinascimentali, elaborate strutture barocche e le curve sinuose di edifici art nouveau. I lavoratori dei musei di Leopoli stanno trasportando le opere d’arte nelle cantine per metterle al sicuro.

Molto però è già stato perso o distrutto. Case-museo di artisti folk e opere d’arte folk esistono in tutto il paese. Uno di questi musei, nel villaggio di Ivanko, non lontano da Kiev, è stato distrutto da un incendio. Ospitava le opere di una delle più note e amate artiste folk, Maria Prymačenko, perse per sempre.

Ormai gravemente danneggiato, il centro di Charkiv, la seconda città più grande dell’Ucraina, offriva un tempo esempi ineguagliabili di architettura modernista e costruttivista del ventesimo secolo. Si dice che Charkiv sia ancora sotto il controllo dell’Ucraina. Ma gran parte della sua infrastruttura urbana è stata ridotta in macerie. La gravità del danno al suo patrimonio culturale è ancora da valutare.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è stato pubblicato da The Conversation.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it