27 gennaio 2017 09:56

Forse nemmeno Nicolas Sarkozy. Come l’ex presidente francese, anche Donald Trump ha l’abitudine di inondare il campo con annunci, dichiarazioni e decisioni. Ma la verità è che rispetto a lui Sarkozy era un dilettante.

Sette giorni dopo il giuramento, Trump ha già annunciato la fine di Obamacare, la copertura sanitaria per tutti; ha annunciato che gli Stati Uniti non intendono onorare l’accordo di libero scambio trans-pacifico e vogliono rinegoziare quello con Messico e Canada; ha cancellato le sovvenzioni alle ong che sostengono l’interruzione di gravidanza; ha rilanciato due progetti di oleodotto di cui gli ambientalisti avevano ottenuto l’abbandono; ha confermato che costruirà un muro alla frontiera con il Messico; ha dichiarato guerra alla stampa americana e, tra mille altre cose, ha provocato una crisi diplomatica con il Messico, il cui presidente ha rinunciato a una visita a Washington dopo che Trump gli ha fatto sapere che era inutile presentarsi se non ha intenzione di finanziare il muro.

Sono nove spari in una settimana. Viene da chiedersi come farà quest’uomo a non esplodere in volo. Trump non rischia tanto l’impeachment, la destituzione da parte del congresso. Certo, potrebbe accadere se sarà dimostrato (ma è improbabile) che la Russia è nelle condizioni di ricattarlo. Quello che davvero rischia Donald Trump è di paralizzarsi da solo.

Un futuro di navigazione a vista
Ha deciso di distruggere Obamacare, ma con cosa vuole sostituirla? Nessuno lo sa. La questione divide la maggioranza parlamentare e ci attendono mesi, se non anni, di battaglie al congresso.

Trump si ritira dall’accordo trans-pacifico, ma l’accordo era stato concluso per isolare Pechino unendo il Pacifico attorno agli Stati Uniti, quindi il presidente ha appena fatto un regalo ai cinesi, gli stessi che minaccia di colpire senza pietà se non si piegheranno alle sue esigenze commerciali.

Trump applaude la Brexit, spera che l’Unione si sciolga e mette in dubbio la sopravvivenza della Nato, ma il 26 gennaio il primo ministro britannico, appena arrivato negli Stati Uniti, ha parlato del pericolo di un riavvicinamento a Vladimir Putin, mentre gli europei sembrano decisi a serrare i ranghi.

Trump vuole rilanciare l’economia americana attraverso gli investimenti nelle infrastrutture, e in questo ha ragione, ma i deputati repubblicani non vogliono sentir parlare di ulteriori spese mentre i democratici lo prendono in parola.

Trump attacca i mezzi d’informazione, ma le vendite del New York Times sono salite alle stelle. Inoltre il presidente vorrebbe ripristinare la tortura, ma deve già fronteggiare l’opposizione del segretario alla difesa.

Ci vorrebbero cinque puntate di questa rubrica per completare la lista, ma resta il fatto che di questo passo Trump si ritroverà solo alla Casa Bianca, tagliato fuori dalla sua maggioranza, criticato dai giornalisti, sfiduciato dagli alleati europei degli Stati Uniti e totalmente inascoltabile, perché a forza di parlare finisce che nessuno ti presta più attenzione.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it