21 ottobre 2010 00:00

L’oggetto è raro: solo mille esemplari numerati. Revista invisible si presenta come una pubblicazione senza grandi pretese, ma comunque esigente. La sua carta è bianca, simile a quella di un quotidiano, ma sapientemente stampata in modo da evitare qualsiasi trasparenza. La struttura molto semplice corrisponde prima di tutto a un buon proposito e poi a una generosità ancor più apprezzabile, dato che la pubblicazione, la cui periodicità varia a seconda degli alti e bassi economici, è gratuita. Il nome, Revista invisible, risulta quasi poetico per un prodotto praticamente impossibile da classificare, ma che parte da un principio semplice: chiedere a cinquanta persone che ci piacciono, di cui ci piace il lavoro o il pensiero, di contribuire con un foglio, fronteretro.

Nel primo numero (presentato come doppio zero) si declina l’idea di “volare”, quasi il sogno di un bambino che somiglia molto all’ideatore di tutto questo, il giovane artista colombiano Daniel Santiago Salguero, che realizza libri unici, colleziona spille trovate per strada e le “incastona” in agende trasformandole in piccoli tesori. Allo stesso modo raccoglie contibuti di amici, artisti, musicisti, scienziati, persone comuni. E così Revista invisible è qualcosa di unico, spontaneo, pieno di piccoli talenti che fanno emozionare. Inoltre testimonia il dinamismo della scena artistica colombiana, dopo tanti anni di sofferenza.

Internazionale, numero 869, 22 ottobre 2010

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