14 aprile 2017 19:01

Kendrick Lamar, XXX.
Con DAMN, Kendrick Lamar è ripartito più o meno da dove aveva finito con l’album precedente, quel capolavoro chiamato To pimp a butterfly. Anche nel nuovo disco, il suo rap riflette su due grandi temi: la questione razziale negli Stati Uniti e, qui più che mai, la religione.

DAMN ha un suono più immediato rispetto a quello di To pimp a butterfly, che faceva della complessità un suo punto di forza. C’è meno jazz, c’è più spazio per il soul e l’hip hop old school. Lamar ha capito che quello del 2015 era un disco inarrivabile e saggiamente ha abbassato il tiro.

I primi ascolti ci dicono questo: DAMN non sarà all’altezza del precedente, ma è un signor disco. I pezzi migliori (a parte HUMBLE, il singolo che già conoscevamo) sono quelli dove il ritmo rallenta, come la rarefatta YAH, ma anche LUST, brillante riflessione sulla celebrità cantata da Lamar con un piglio quasi alla Marvin Gaye. Non funziona per niente LOYALTY, canzone registrata insieme a Rihanna. I riferimenti all’attualità non mancano: Donald Trump e il canale conservatore Fox News vengono criticati in modo aspro, Obama viene rimpianto.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

La vera sorpresa è XXX, il brano registrato con gli U2, che nei giorni scorsi aveva fatto alzare qualche sopracciglio agli appassionati di musica. Il rischio di farsi condizionare dalla retorica che accompagna la musica più recente di Bono e compagni c’era, ma Kendrick Lamar l’ha aggirato con classe. XXX è un brano crudo, l’ennesima amara riflessione sulle contraddizioni degli Stati Uniti. Ma è anche un’autodenuncia da parte dello stesso rapper di Compton, che in una specie di dialogo interiore con se stesso confessa la sua ipocrisia, alternando slanci di pacifismo a un desiderio di vendetta fisica contro i violenti e gli oppressori. Dal punto di vista musicale, XXX è un giro sulle montagne russe, che parte dall’hip hop e arriva al funk. Le parti cantate da Bono sono manipolate, troncate, quasi derise dall’arrangiamento. Kendrick Lamar conferma che, se non è il re dell’hip hop, poco ci manca.

Kamasi Washington, Truth
Basta ascoltare le prime note di pianoforte di Truth per riconnettersi con il mondo musicale di Kamasi Washington. Un jazzista atipico, in grado di portare il suo suono da big band nei festival di tutto il mondo, anche e soprattutto in quelli di rock ed elettronica (non a caso il suo sassofono, insieme al basso di Thundercat, è stato tra le colonne portanti di To pimp a butterfly di Kendrick Lamar e ha collaborato anche a un brano di DAMN). In questo pezzo, come in tanti altri del suo repertorio, il sax di Kamasi non arriva subito ma gioca a confondersi con gli altri strumenti. Quando arriva il suo turno però, affiancato dai cori e dal crescendo della band, la differenza si sente. Truth è una suite di 13 minuti che fa parte del nuovo ep del musicista losangelino, intitolato Harmony of difference, che uscirà la prossima estate, a due anni dal monumentale The epic. Il video che accompagna il brano è diretto dal regista A.G. Rojas. Kamasi Washington sarà in tour in Italia l’estate prossima. Se non l’avete mai visto dal vivo, non fatevi scappare l’occasione.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Cassius, Go up
I Cassius sono un duo francese attivo dalla fine degli anni ottanta. Alcuni di noi li hanno conosciuti grazie al regista Paolo Sorrentino, che ha inserito la loro canzone Toop toop nella colonna sonora del film Il Divo. Nei giorni il gruppo francese ha messo online il video di Go up, un brano contenuto nel loro ultimo album Ibifornia e registrato insieme a Pharrell Williams e Cat Power. Il videoclip, diretto da Alexandre Courtès, ha un’idea tanto semplice quanto efficace: lo split screen. Il risultato è divertente, anche per merito della canzone, che sfrutta al meglio le voci dei due ospiti.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Actress, X22RME
Actress è lo pseudonimo del produttore britannico Darren Cunningham. La sua elettronica è eclettica, oscura e gioca da sempre a mescolare i generi, dalla house al noise, dal funk anni ottanta alla techno di Detroit. Non è sempre di facilissimo ascolto, ma cresce alla distanza. Azd è il suo quinto disco, il secondo pubblicato dalla prestigiosa etichetta britannica Ninja Tune. È uscito il 14 aprile. Non è la cosa migliore che abbia mai fatto, ma è ampiamente sopra la media.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it