08 ottobre 2020 13:33

Quest’estate Mamadou Ba, direttore di un’organizzazione antirazzista a Lisbona, ha ricevuto una lettera. “Il nostro obiettivo è uccidere ogni straniero e antifascista. E tu sei fra gli obiettivi”, diceva. Alcune settimane dopo è arrivato un messaggio che gli intimava di andarsene dal Portogallo o la sua famiglia avrebbe dovuto pagarne le conseguenze. Il messaggio era accompagnato dal bossolo di una pallottola.

La vicenda di Ba è solo uno degli episodi di razzismo sempre più frequenti in tutto il Portogallo, che hanno spinto la Rete europea contro il razzismo (Enar) a fare appello per un’ “urgente risposta istituzionale”. A gennaio di quest’anno una donna nera e sua figlia sono state aggredite perché viaggiavano in autobus senza biglietto. A febbraio due donne brasiliane sono state attaccate dalla polizia fuori da una discoteca capoverdiana e, nello stesso mese, Moussa Marega, un calciatore del Porto nato in Mali, ha abbandonato il campo durante una partita dopo che i tifosi gli hanno rivolto insulti razzisti.

La più grave di queste aggressioni ha avuto luogo un sabato pomeriggio di luglio quando un attore nero, Bruno Candé, è stato ucciso con sei colpi alla schiena, in quello che l’Enar ha definito “un crimine di natura esplicitamente razzista”. “Negli ultimi mesi c’è stata una preoccupante crescita delle aggressioni razziste d’estrema destra in Portogallo, il che conferma che i messaggi d’odio stanno alimentando tattiche più aggressive, che prendono di mira i difensori dei diritti umani che appartengono a minoranze razziali”, ha dichiarato l’organizzazione.

Estrema destra in parlamento
Ba, che dirige l’ong Sos Racismo, è d’accordo: “C’è stata un’evidente impennata di violenza: un chiaro risultato della crescita del terrorismo d’estrema destra in Portogallo negli ultimi anni”. Nel 2019 la commissione portoghese per l’uguaglianza e contro la discriminazione ha ricevuto 436 denunce per casi di razzismo, un aumento del 26 per cento rispetto al 2018.

L’Enar fa risalire l’aumento alle elezioni dell’ottobre 2018, quando in Portogallo (come in molti paesi europei, tra cui la vicina Spagna) l’estrema destra ha fatto la sua ricomparsa. Nel caso della Spagna si tratta del partito Vox, in Portogallo del partito Chega (Basta), il cui leader André Ventura ha ottenuto un seggio in parlamento. Da allora secondo l’Enar “gli attivisti di estrema destra si sono sentiti incoraggiati a commettere crimini a sfondo razziale contro le persone di colore in Portogallo”.

Ventura, noto per i suoi legami con altri gruppi d’estrema destra, ha affidato a ex militanti neonazisti incarichi dirigenziali nel suo partito, anche se in seguito ha dichiarato che non era al corrente del loro passato. Ha anche chiamato “zingara” una candidata rivale e ha auspicato una “drastica riduzione” delle comunità musulmane in Europa.

“Ventura sta crescendo perché dice in pubblico quel che molti portoghesi pensano in privato”, spiega il politologo António Costa Pinto, sottolineando che grazie al sistema elettorale portoghese Ventura ha ottenuto un seggio con appena l’1,26 per cento dei voti, e ora “sta dando una voce a molte persone”.

La questione del razzismo non è mai stata affrontata nel periodo della decolonizzazione cominciata dopo la Rivoluzione dei garofani

Secondo Costa Pinto il programma politico di Ventura è simile a quello di molti altri leader di estrema destra nel mondo, non ultimo nei suoi attacchi contro le “solite élite politiche e la corruzione”.

Il programma di Ventura inoltre dà molto spazio alla lotta contro il crimine, “solitamente attribuito ai rom e agli afroportoghesi”, dice Costa Pinto. Ma nonostante questa retorica aggressiva, che ricorda quella del presidente brasiliano Jair Bolsonaro, i dati del governo mostrano che il crimine in Portogallo in realtà è calato del 20 per cento negli ultimi 12 anni.

Chega non ha risposto a una richiesta di commenti, ma Ba sostiene che l’ascesa del partito stia già avendo delle conseguenze. “Abbiamo sempre detto che c’erano un sacco di sostenitori dell’estrema destra in Portogallo, ma nessun leader di estrema destra”, ha detto Ba. “Ora Ventura è diventato un megafono istituzionale del razzismo in parlamento”.

Il movimento Black lives matter sta cercando di aprire un dibattito sul razzismo in Portogallo, una questione che non è mai stata affrontata nel periodo della decolonizzazione cominciata dopo la Rivoluzione dei garofani del 1974. Ventura è il principale avversario di questa iniziativa.

Dopo l’omicidio di Candé, la comunità nera del Portogallo ha organizzato la più grande manifestazione antirazzista mai vista nel paese. Il leader di Chega ha risposto con una contromanifestazione nel quale è stato visto fare il saluto nazista mentre teneva uno striscione con su scritto “il Portogallo non è razzista”. Quando i manifestanti hanno cercato di rimuovere alcune statue di personaggi della storia coloniale, è stata organizzata una parata del Ku klux klan di fronte alla sede dell’ong di Ba, che è stata coperta di graffiti con svastiche e insulti razzisti. Minacce di morte sono state inviate ad attivisti come Ba, ma anche a diversi accademici e parlamentari.

“Non avrei mai immaginato un simile livello di violenza”, ha dichiarato Joacine Katar Moreira, una delle tre deputate nere in parlamento. “Se qualcuno mi avesse detto che la situazione sarebbe stata questa, non mi sarei mai candidata”. Katar Moreira, nata in Guinea Bissau e balbuziente, è stata attaccata e dileggiata da quando è stata eletta, anche da Ventura, che l’ha invitata a “tornare nel suo paese”. “Stiamo assistendo all’inizio della normalizzazione dei discorsi d’incitamento all’odio razzista. Gli attacchi razzisti sono banalizzati e persino legittimati a livello politico e istituzionale”, ha dichiarato Katar Moreira. “Sono entrata in parlamento insieme a un deputato antidemocratico, e per mesi a finire sotto attacco non è stato il parlamentare fascista e illiberale, ma la deputata donna, nera e di umili origini”.

Nonostante l’aumento delle denunce di atti di discriminazione, le condanne sono state pochissime. Tra il 2014 e il 2018 il numero di condanne per “reati di discriminazione e incitamento all’odio e alla violenza è inferiore a tre”, secondo le statistiche della polizia. L’Enar ha evidenziato che “la mancanza di risposte da parte delle istituzioni non fa che riaffermare il senso d’impunità per gli autori di violenze razziste e nega l’urgente bisogno di affrontare il razzismo in Portogallo”.

Katar Moreira spiega che c’è stata un’ “enorme resistenza” all’idea di parlare di razzismo in Portogallo perché le persone si sentono “profondamente offese quando viene detto loro che viviamo in una società strutturalmente razzista. Pensano che li stiamo insultando personalmente”.

Secondo Ba le leggi esistenti non bastano a combattere la discriminazione. “C’è una sorta di letargia. O cambiamo le leggi per renderle più efficaci, o saremo nei guai, perché la facilità con cui Ventura è riuscito a incanalare i sentimenti più oscuri e nefasti del vecchio regime potrebbe davvero essere il carburante che alimenterà la crescita dell’estrema destra”.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è uscito sul sito del quotidiano britannico The Guardian.

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