Ilva

Giorni decisivi per l’ex Ilva di Taranto

Il governo vuole prendere il controllo dell’azienda siderurgica perché non ha trovato un’intesa con il socio di maggioranza sul futuro dell’impianto Leggi

La strategia dello stato sull’Ilva è ancora troppo vaga

Dopo le condanne per disastro ambientale Taranto si aspetta dei cambiamenti, così come i lavoratori dell’Ilva. Le tecnologie per rendere “pulito” l’acciaio esistono, in Europa molti ci stanno investendo. Leggi

La posta in gioco nella chiusura dell’Ilva

Non è tanto lo scudo penale, come sostenuto dalla multinazionale ArcelorMittal. Forse hanno scoperto che con l’Ilva stanno perdendo un sacco di soldi, dicono a Taranto. Leggi

Il futuro dell’Ilva visto dal bar degli operai

In questi pochi metri quadri sono passate generazioni di operai, politici, ambientalisti. Un buon punto di osservazione mentre si decide il destino della fabbrica e di migliaia di persone. Leggi

La battaglia di Taranto contro le trivelle per lasciarsi l’Ilva alle spalle

A Taranto il fronte per il sì al referendum contro le trivelle è esteso: per gli abitanti della città, che devono affrontare ancora il futuro incerto dell’Ilva, il referendum è simbolico e rappresenta un modo per discutere delle politiche ambientali in uno dei poli industriali più importanti e inquinati del paese. Leggi

Due incognite sul futuro dell’Ilva

Il 20 ottobre prossimo comincerà a Taranto il processo in cui sono imputati non solo i Riva e i massimi dirigenti del più grande stabilimento siderurgico italiano, l’Ilva, ma anche i rappresentanti politici e istituzionali che negli ultimi anni, secondo la procura, non si sono opposti al disastro ambientale.  Leggi

Rinviato a giudizio Nichi Vendola per l’inchiesta sull’Ilva di Taranto.
Rinviato a giudizio Nichi Vendola per l’inchiesta sull’Ilva di Taranto. L’ex presidente della regione Puglia è stato rinviato a giudizio insieme ad altre 43 persone per il presunto disastro ambientale commesso dalle acciaierie di Taranto. Secondo l’accusa, Vendola avrebbe esercitato pressioni sul direttore generale dell’Agenzia regionale di protezione ambientale (Arpa) per far ammorbidire la posizione dell’agenzia nei confronti delle emissioni nocive prodotte dall’Ilva.
Rinviato a giudizio Nichi Vendola per l’inchiesta sull’Ilva di Taranto

Il tribunale di Taranto ha rinviato a giudizio 44 persone e tre aziende (Ilva spa, Riva fire e Riva forni elettrici) nell’inchiesta sul presunto disastro ambientale provocato dall’Ilva di Taranto. Tra gli imputati c’è anche l’ex presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, accusato di concussione aggravata.

Secondo l’accusa, tra il giugno 2010 e il marzo 2011 Nichi Vendola avrebbe esercitato pressioni su Giorgio Assennato, direttore generale dell’Agenzia regionale di protezione ambientale (Arpa) della Puglia, per far ammorbidire la posizione dell’agenzia nei confronti delle emissioni nocive prodotte dall’Ilva. In questo modo, sostiene la procura, Vendola avrebbe permesso all’azienda di continuare a produrre senza riduzioni di emissioni inquinanti.

Sempre secondo l’accusa, Vendola avrebbe minacciato di non rinnovare il mandato di Assennato, in scadenza nel febbraio 2011. La concussione aggravata è contestata a Vendola in concorso con l’ex responsabile per i rapporti istituzionali dell’Ilva, Girolamo Archinà, l’ex vicepresidente di Riva fire, Fabio Riva, l’ex direttore dello stabilimento siderurgico di Taranto, Luigi Capogrosso, e l’avvocato dell’Ilva, Francesco Perli.

Confermato il sequestro di un impianto dell’Ilva dopo la morte di un operaio

Il giudice per le indagini preliminari (gip) di Taranto ha confermato il sequestro dell’altoforno 2 dell’Ilva. Il sequestro preventivo era stato disposto il 19 giugno, in seguito alla morte di Alessandro Morricella, un operaio di 35 anni, investito lo scorso 8 giugno da un getto di ghisa incandescente all’interno dell’altoforno 2. Per il gip l’impianto non è sicuro e mette a rischio la vita degli operai che lavorano all’Ilva.

Il giudice ha anche respinto la richiesta di facoltà d’uso presentata dai legali dei commissari Ilva Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi. Attualmente è acceso un solo altoforno dei cinque dell’impianto siderurgico tarantino e, secondo quanto riferiscono fonti sindacali, i commissari stanno valutando se conviene mantenere l’operatività o se bloccare del tutto il ciclo produttivo.

Sequestrato un impianto dell’Ilva dopo la morte di un operaio

La procura di Taranto ha disposto il sequestro preventivo dell’altoforno numero 2 dell’Ilva, nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di un operaio. Proprio oggi, a Martina Franca, si sono svolti i funerali di Alessandro Morricella, l’operaio di 35 anni, investito lo scorso 8 giugno da un getto di ghisa incandescente all’interno dell’altoforno 2.

La procedura di spegnimento dell’altoforno 2, l’unico attualmente acceso assieme al numero 4 dei cinque dell’impianto siderurgico tarantino, richiederà diversi giorni.

Nel fascicolo per la morte dell’operaio risultano indagate dieci persone con l’accusa di concorso in omicidio colposo.

Confermata la condanna per Fabio Riva

La corte d’appello di Milano ha confermato la condanna a 6 anni e mezzo di carcere per Fabio Riva, figlio dell’ex proprietario dell’Ilva Emilio, per la vicenda della presunta truffa ai danni dello stato da circa cento milioni di euro.

Confermate anche le altre due condanne inflitte in primo grado a due imputati, la confisca di 91 milioni e la provvisionale da 15 milioni a favore del ministero dello sviluppo. Fabio Riva, che è stato latitante per quasi 3 anni prima di costituirsi, era presente.

Massimo Rosini nominato nuovo direttore generale dell’Ilva

Il nuovo direttore generale dell’Ilva di Taranto è Massimo Rosini, che prende il posto di Roberto Renon. Lo ha comunicato l’azienda in amministrazione straordinaria. Rosini è stato nominato dai commissari straordinari Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi.

Ingegnere napoletano, Rosini, 52 anni, ha lavorato nel gruppo Fiat e poi nell’azienda Indesit. Ha condotto il processo di vendita di Indesit alla multinazionale Whirlpool corporation. Askanews

L’Ilva di Taranto proseguirà i contratti di solidarietà

L’Ilva di Taranto pagherà gli stipendi di gennaio ai dipendenti, proseguirà i contratti di solidarietà in tutto il gruppo e non ricorrerà alla cassa integrazione. La decisione è stata presa durante l’incontro nella sede della società a Roma tra commissari e sindacati. La richiesta di conferma per la solidarietà deve avere il via libera del ministero del lavoro. Askanews, La Repubblica

Tre commissari straordinari per l’Ilva di Taranto

La ministra dello sviluppo economico Federica Guidi ha nominato tre commissari straordinari per l’Ilva. Si tratta di Pietro Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi. La nomina verrà formalizzata nel decreto ministeriale di ammissione dell’Ilva in amministrazione straordinaria. Ansa

L’Eni minaccia di sospendere le forniture di gas all’Ilva di Taranto

L’Eni ha minacciato di sospendere le forniture di gas all’Ilva di Taranto entro la fine del 2014, in mancanza di una fideiussione da 250 milioni di euro.

Secondo fonti anonime, la questione riguarda i pagamenti (passati e futuri) delle forniture di gas che alimentano gli impianti e che Ilva non è attualmente in grado di coprire. L’ultimo prestito ponte di 125 milioni di euro da un gruppo di banche è servito per pagare stipendi e altri crediti. Reuters

Aperta una nuova inchiesta sull’Ilva di Taranto

La procura di Taranto ha aperto una nuova inchiesta per inquinamento ambientale nei confronti delle acciaierie Ilva. Lo riferiscono fonti investigative. L’inchiesta è stata avviata due settimane fa, dopo una denuncia del sindacato Usb.

Stamattina i carabinieri hanno fatto degli scavi all’interno dell’area siderurgica dove, secondo le indicazioni del ministero dell’ambiente, dovrebbe essere costruito il nuovo impianto di aspirazione dell’acciaieria 1 dell’Ilva.

Nel sottosuolo sarebbero stati trovati oli pesanti, catrami e altre sostanze inquinanti. La zona è stata messa sotto sequestro e sette persone risultano indagate. Reuters, La Repubblica

Ha senso nazionalizzare l’Ilva di Taranto?

Davanti al prolungarsi della crisi che avvolge l’Ilva di Taranto, sembra ormai inevitabile il ricorso a una qualche forma di intervento pubblico. Lo ha ribadito lo stesso presidente del consiglio Matteo Renzi, quando in una recente intervista a la Repubblica si è lasciato sfuggire: “Ci sono tre ipotesi. L’acquisizione da parte di gruppi esteri, da parte di italiani e poi l’intervento pubblico. Non tutto ciò che è pubblico va escluso. Io sono perché l’acciaio sia gestito da privati. Ma se devo far saltare Taranto, preferisco intervenire direttamente per qualche anno e poi rimetterlo sul mercato”. Leggi

Bonificare tutto

Riccardo Colombo e Vincenzo Comito, L’Ilva di Taranto e cosa farne Leggi

Ilva nella tempesta

Dopo la tromba d'aria che il 28 novembre si è abbattuta su Taranto e sul comune di Statte, è ripresa lentamente la produzione allo stabilimento del'Ilva, anche negli impianti sotto sequestro dal 26 luglio per disastro ambientale. Leggi

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