Pena di morte

Eseguita in Iran la condanna a morte di Milad Zohrevand

Il 23 novembre l’Iran ha messo a morte Milad Zohrevand, accusato di aver ucciso un membro delle forze di sicurezza durante le proteste antigovernative del 2022, hanno affermato alcuni gruppi per i diritti umani. Leggi

Prigioni per draghi

Tony Ford è stato condannato alla pena di morte per una rapina andata male. In carcere ha trovato conforto in un gioco di ruolo, Dungeons & dragons. E così ha stretto un’amicizia speciale Leggi

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L’Alabama pensa di usare il gas per i condannati a morte

“Invece di intraprendere un percorso verso l’innovazione morale, cioè mettere in discussione la pena di morte, le autorità statali vorrebbero sperimentare un nuovo tipo di esecuzione letale”, scrive la giornalista Elizabeth Bruenig. Leggi

L’esecuzione di Mohsen Shekari è un monito del regime ai manifestanti

Il giovane di 23 anni è stato processato senza un avvocato e messo a morte appena due mesi dopo l’arresto. Il regime intende proseguire con ogni mezzo la repressione delle manifestazioni cominciate dopo la morte di Mahsa Jina Amini. Leggi

Quando la pena di morte diventa una tortura

Dopo la sospensione di un’esecuzione per problemi procedurali, aumentano i ricorsi in appello dei detenuti nel braccio della morte. Ma la crudeltà delle condanne era già stata denunciata da un’inchiesta dell’Atlantic. Leggi

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Negli Stati Uniti sono ricominciate le esecuzioni federali

Il 14 luglio è stata eseguita la condanna a morte di Daniel Lewis Lee, giudicato da una corte federale. Altre tre esecuzioni sono previste per il prossimo mese. Leggi

La corte suprema dell’Arkansas ha confermato la sospensione di due delle otto esecuzioni che dovevano avvenire tra il 17 e il 28 aprile.
La corte suprema dell’Arkansas ha confermato la sospensione di due delle otto esecuzioni che dovevano avvenire tra il 17 e il 28 aprile. Don Davis e Bruce Ward dovevano essere uccisi la notte tra il 17 e il 18 aprile, ma secondo i giudici gli è stato negato il diritto a essere esaminati da esperti psichiatrici indipendenti. Parallelamente, invece, una corte d’appello ha cancellato la sospensione delle altre sei condanne a morte, decretata il 15 aprile. Il governatore dell’Arkansas aveva programmato otto esecuzioni in vista della scadenza di uno dei farmaci usati per le iniezioni letali, il midazolam. Le sostanze usate per la pena di morte sono sempre più difficili da reperire perché molte compagnie farmaceutiche, soprattutto europee, ne vietano l’uso letale.
La pena di morte in Cina è un segreto di stato

Nel 2016 le esecuzioni sarebbero state più di mille, afferma il rapporto annuale di Amnesty international. La Cina si pone in cima alla lista dei paesi dove è in vigore la pena di morte e il governo di Pechino è più che mai deciso a non rendere pubblici il numero preciso di esecuzioni. Leggi

Negli Stati Uniti cala il consenso alla pena di morte, ma comincia l’era Trump

Secondo il rapporto di fine anno del Death penalty information center negli Stati Uniti la pena di morte è sempre meno applicata: sia il numero delle esecuzioni sia il numero delle nuove sentenze capitali hanno registrato uno dei cali più importanti degli ultimi quarant’anni. Barack Obama ha graziato un numero record di detenuti, ma l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca potrebbe invertire la rotta. Leggi

Si rafforza la pena di morte negli Stati Uniti

L’8 novembre, nello stesso momento in cui si sono svolte le elezioni presidenziali e politiche negli Stati Uniti, tre stati hanno organizzato un referendum sulla pena di morte (il Nebraska, l’Oklahoma e la California). La rassegna stampa di Le Monde. Leggi

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Novantesima esecuzione dell’anno in Arabia Saudita
Con la decapitazione di un cittadino saudita, condannato a morte per omicidio, è salito a 90 il numero delle esecuzioni effettuate nel 2016 in Arabia Saudita, contro le 158 del 2015. Il 2 gennaio era stata eseguita in un solo giorno la condanna a morte di 47 persone accusate di terrorismo tra cui quella dell’oppositiore sciita Nimr al Nimr.
Il caso del miliardario condannato a morte in Iran

Le sanzioni internazionali possono creare enormi fortune: lo dimostra Babak Zanjani, 43 anni, uomo d’affari iraniano che ama paragonarsi a Bill Gates ma ricorda piuttosto certi oligarchi dell’ex Unione Sovietica. Accusato di un gigantesco storno di fondi pubblici, il 6 marzo è stato condannato a morte. Leggi

Secondo la corte suprema degli Stati Uniti, in Florida la pena di morte è anticostituzionale
Secondo la corte suprema degli Stati Uniti, in Florida la pena di morte è anticostituzionale. In particolare il più alto tribunale di Washington considera illegittimo il fatto che in quello stato la facoltà di emettere la sentenza capitale spetti al giudice e non alla giuria. Nello stato ci sono 400 persone nel braccio della morte, a cui a questo punto potrebbe essere commutata la pena.
In Arabia Saudita rischiano la vita anche i poeti

In Arabia Saudita c’è un altro caso che sta facendo discutere in questi giorni la società civile internazionale: quello di Ashraf Fayadh, 35 anni, artista e intellettuale che è stato condannato a morte da un tribunale saudita. La mobilitazione internazionale indetta per il prossimo 14 gennaio punta a rovesciare la sentenza. Leggi

L’Arabia Saudita sta per eseguire decine di condanne a morte

Circa cinquanta condannati per terrorismo e oppositori del governo appartenenti alla minoranza sciita saranno presto giustiziati, secondo diversi mezzi di informazione sauditi. Nel 2015, finora, le esecuzioni capitali in Arabia Saudita sono state almeno 151, mentre l’anno precedente erano state 90. Leggi

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In Arkansas riprendono le esecuzioni.
In Arkansas riprendono le esecuzioni. Dopo dieci anni di contese legali sui medicinali usati per l’iniezione letale, il governatore dello stato americano Asa Hutchinson ha annunciato che riprenderanno le esecuzioni di otto condannati a morte a partire dal 21 ottobre.
Amnesty international chiede una moratoria sulla pena di morte in Arabia Saudita
Amnesty international chiede una moratoria sulla pena di morte in Arabia Saudita. Dall’inizio dell’anno 123 persone sono state uccise nel paese. Da agosto 2014 a luglio 2015, le esecuzioni sono state 175. Il paese prevede la pena di morte per diversi crimini dall’omicidio al traffico di droga.
La corte suprema degli Stati Uniti vota a favore del farmaco per le iniezioni letali

La corte suprema degli Stati Uniti si è espressa a favore dell’uso di un discusso metodo per condurre iniezioni letali, affermando che non costituisce una punizione “crudele e disumana”. A causa della crescente difficoltà di reperire le sostanze per eseguire le condanne a morte, dovute al bando europeo sulla vendita di prodotti usati per le iniziazioni letali, alcuni stati hanno fatto ricorso al sedativo midazolam, che però è stato criticato perché impiega troppo tempo per avere effetto. Gli oppositori alla pena di morte affermano quindi che il suo utilizzo violi l’ottavo emendamento della costituzione degli Stati Uniti, che vieta il ricorso a “punizioni crudeli e disumane”.

Il caso, chiamato Glossip v. Gross, è stato presentato da tre detenuti nello stato dell’Oklahoma, secondo i quali il sedativo non consente di raggiungere il livello di incoscienza necessario per procedere con l’esecuzione e che quindi causerebbe sofferenza e dolore ai condannati a morte. I giudici della corte suprema hanno però respinto il ricorso, con cinque voti contrari e quattro favorevoli.

Eseguita negli Stati Uniti la diciassettesima condanna a morte del 2015

L’esecuzione nel penitenziario di Huntsville di Gregory Russeau, un nero di 45 anni, è la diciassettesima negli Stati Uniti dall’inizio dell’anno e la nona in Texas, lo stato che già nel 2014 deteneva il primato delle esecuzioni.

Russeau è morto dopo 21 minuti dall’inizio della somministrazione di un’iniezione letale a base di pentobarbital: il dipartimento di giustizia locale afferma di averne abbastanza per le altre quattro esecuzioni previste per il 2015.

Impiccato in Pakistan un uomo condannato quando era adolescente

In Pakistan, è stata eseguita la condanna a morte di uomo che era stato giudicato colpevole per l’omicidio di tre persone nel 1992 quando aveva solo 15 anni.

Aftab Bahadur Masih è stato impiccato a Lahore, capoluogo della provincia del Punjab. Le associazioni per i diritti umani hanno cercato di bloccare l’esecuzione per la giovane età del condannato al momento della sentenza e perché le due persone che lo accusavano hanno ritrattato.

Gli avvocati difensori sostengono che all’epoca Aftab Bahadur Masih aveva confessato “sotto tortura”. Masih ha raccontato ieri al quotidiano britannico The Guardian la sua vita nel braccio della morte.

Questa esecuzione si aggiunge alle circa 150 compiute in numerose carceri del paese da quando, nel dicembre 2014, il premier Nawaz Sharif ha revocato la moratoria sulla pena di morte in vigore dal 2008. Una decisione presa in seguito al massacro di più di 140 studenti compiuto dai taliban a Peshawar.

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