Il 4 febbraio la Cina ha annunciato dei dazi doganali sulle importazioni di idrocarburi, carbone e alcuni veicoli dagli Stati Uniti, in risposta all’entrata in vigore dell’aumento dei dazi sui prodotti cinesi voluto dal presidente statunitense Donald Trump.
A partire dal 10 febbraio la Cina imporrà dazi del 15 per cento sulle importazioni dagli Stati Uniti di carbone e gas naturale liquefatto (gnl), ha affermato il ministero delle finanze cinese.
Dazi del 10 per cento saranno invece applicati alle importazioni di petrolio e altri prodotti, tra cui macchinari agricoli, suv di grandi dimensioni e furgoni.
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Le misure sono state annunciate pochi minuti dopo l’entrata in vigore negli Stati Uniti di un aumento del 10 per cento dei dazi su tutti i prodotti provenienti dalla Cina.
“I dazi imposti da Donald Trump non risolvono i problemi degli Stati Uniti e mettono a rischio la cooperazione economica e commerciale tra i nostri due paesi”, ha affermato il ministero delle finanze cinese.
Pechino ha anche annunciato un ricorso contro Washington all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto).
Il valore delle importazioni cinesi di idrocarburi e carbone dagli Stati Uniti è stato di sette miliardi di dollari nel 2024, contro i più di novanta miliardi delle importazioni cinesi di energia dalla Russia.
Pechino ha inoltre introdotto delle restrizioni sulle esportazioni di vari metalli e metalloidi usati nel settore industriale e in quello dell’alta tecnologia, tra cui tungsteno, tellurio, bismuto e molibdeno.
Infine, ha avviato un’indagine per abuso di posizione dominante contro il gigante tecnologico Google e inserito nella sua lista nera alcune aziende statunitensi.
“La risposta cinese non è particolarmente aggressiva perché prende di mira solo alcuni prodotti, mentre i dazi statunitensi riguardano tutte le importazioni dalla Cina”, ha dichiarato Zhiwei Zhang, economista della Pinpoint Asset Management.
“Probabilmente è solo l’inizio di un lungo processo negoziale tra i due paesi”, ha aggiunto.
Il botta e risposta tra Washington e Pechino potrebbe essere il preludio a un colloquio tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping, che secondo la Casa Bianca “si concretizzerà probabilmente entro ventiquattr’ore”.