09 novembre 2019 13:58

Fka Twigs, Holy terrain (feat. Future)
Il nuovo disco di Fka Twigs s’intitola Magdalene ed è un inno all’autodeterminazione femminile, costruito attorno alla figura biblica di Maria Maddalena. È arrivato dopo cinque anni di pausa e si porta dietro le cicatrici personali della musicista e ballerina britannica, che negli ultimi due anni ha dovuto affrontare la fine di due relazioni (con gli attori Robert Pattinson e in seguito quella con Shia LaBeouf) e un serio problema di salute, per fortuna risolto.

Fka Twigs ha scelto di usare la musica come terapia e strumento di elaborazione del dolore. Come al solito si è fatta affiancare da alcuni dei migliori produttori sulla piazza: se in passato aveva lavorato con Arca e Paul Epworth, stavolta ha convocato Nicolas Jaar, Skrillex e Jack Antonoff (Lady Gaga, Adele, Lorde).

Il risultato è apprezzabile: Magdalene è un bel disco di avanguardia pop, che spazia da atmosfere alla Björk (Mirrored heart) a numeri glaciali alla Fever Ray (Home with you), da struggenti ballate al piano (Cellophane) a pezzi che virano verso il rap (l’ottima Holy terrain, dove spunta anche il re della trap Future, che suona a fuoco in modo sorprendente). L’album ha un solo e grande difetto, riscontrabile finora in gran parte della produzione di Fka Twigs: al netto degli arrangiamenti splendidi e delle notevoli capacità vocali dell’artista, gli manca un po’ di anima. I brani scorrono via che è un piacere. Ma, una volta arrivati in fondo, all’ascoltatore non resta poi moltissimo.

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Michael Kiwanuka, Hero
C’è un altro disco uscito in questi giorni che, nonostante sia ben confezionato, non è incisivo come dovrebbe: si tratta di Kiwanuka, il terzo album del cantautore britannico Michael Kiwanuka. Un trionfo di soul, chitarre anni settanta e cori dionisiaci, intriso di temi importanti (la questione razziale, soprattutto), ma incapace di andare oltre il sentito omaggio alla musica che l’ha ispirato (Sam Cooke, Fela Kuti, Marvin Gaye). La maggior parte della critica in realtà la pensa in modo diverso da me, visto che gli ha dato voti altissimi.

Ogni tanto però Kiwanuka tira fuori qualche zampata di alto livello, come è già successo con la splendida Cold little heart, diventata la sigla di quel piccolo capolavoro televisivo chiamato Big little lies. Stavolta la punta di diamante è My hero, un grido di dolore contro le violenze della polizia con un ritornello azzeccato.

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Mura Masa, Deal wiv it (feat. Slowthai)
Il rapper Slowthai e il producer elettronico Mura Masa sono una coppia perfetta per la nuova musica britannica. Si era già capito nella loro prima collaborazione, Doorman, contenuta nel disco di debutto di Slowthai. Il secondo episodio del sodalizio è questo, un brano ironico che segue una giornata del rapper nel suo quartiere a Northampton, fiera provincia dell’impero.

Slowthai, in questa sua invettiva contro la gentrificazione, fa un po’ il Mike Skinner un po’ il Damon Albarn. Mura Masa invece ci mette i beat. A questo punto dovrebbero fare un disco intero insieme.

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Andrea Laszlo De Simone, La nostra fine
Andrea Laszlo De Simone, giovane cantautore rétro torinese con un gusto non comune per la melodia, ha deciso di costruire il suo nuovo disco/mediometraggio musicale sugli archi. Immensità dura 25 minuti ed è una suite di cinque brani, ognuno con un prologo e una conclusione, e va ascoltato possibilmente tutto d’un fiato.

Del resto fin dal suo debutto Uomo donna Andrea Laszlo De Simone ci ha abituato a un approccio molto astorico alla musica, così come la sua voce, che sembra sempre arrivare da un’epoca lontana, e il suo brillante citazionismo. Immensità sarà presentato con quattro concerti speciali: alla band di De Simone si affiancheranno archi e fiati.

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Bruxista, Interregno
Bruxista è il nuovo progetto del musicista cileno José Manuel Cerda. Il suo nome d’arte richiama il bruxismo, il digrignamento dei denti, sintomo della frustrazione personale e sociale delle giovani generazioni cilene.

Il suo nuovo singolo, un brano elettronico che prende in prestito elementi dal jazz, è stato composto e registrato prima delle manifestazioni in Cile, che hanno riempito i giornali di tutto il mondo. Ma, ascoltandolo ora, sembra difficile non leggerci dentro una spia dell’inquietudine sociale che cova da tempo ed è esplosa negli ultimi giorni.

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P.S. Playlist aggiornata, buon ascolto!

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