01 giugno 2018 15:31

Gentile bibliopatologo,
mia moglie l’altro giorno mi ha accusato di essere più interessato ai miei libri che a lei. Ovvio che non ha del tutto ragione. Secondo lei debbo considerarmi bigamo?
–Mustafà, Bey di Algeri

Caro Mustafà,
tra la tua biblioteca e tua moglie, una delle due è senz’altro di troppo – ed entrambi sappiamo benissimo qual è. Lo pseudonimo che ti sei scelto – quello del padrone dell’harem di L’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini – mi ha fatto tornare in mente un vecchio libro, che cominciava così: “Non riusciamo a capire gli sceicchi quando si vantano di possedere un imponente numero di mogli. Che si tratti di una forma di sadomasochismo radicale?”.

Il libro in questione è il manualetto umoristico di Antonio Amurri Come ammazzare la moglie, e perché, pubblicato da Mondadori nel 1974. “In effetti, niente è più giusto della vecchia definizione secondo cui la bigamia è avere una moglie di troppo, e la monogamia anche”. Una moglie e una biblioteca, poi, che affollamento irragionevole! Amurri compilava una scrupolosa tassonomia delle mogli, abbinando a ciascuna specie – una trentina in tutto – una tecnica collaudata di uxoricidio. Tutto sta a capire in quale tipologia ricade tua moglie, e in che tono ti rivolge l’accusa di dedicarti troppo ai libri.

Ti grida contro? Allora è una moglie urlante (uxor ululans tympanorum ruptrix), e in quel caso Amurri suggerisce di farla incontrare con un’altra moglie ammalata di “strillomania cronica dirompente”, di modo da provocare un’escalation competitiva che potrebbe portarle entrambe all’annientamento, senza conseguenze giudiziarie per l’uxoricida. Oppure la tua è più il tipo della moglie capufficio (uxor virago), che ti allontana dai libri con modi autoritari? In quel caso ti segnalo che c’è anche un precedente televisivo – un episodio della serie Ai confini della realtà su un impiegato bibliomane tiranneggiato dalla moglie – e che non ci sono particolari problemi di tecnica uxoricida: dice Amurri che qualsiasi metodo di soppressione è lecito.

O hai forse a che fare con una moglie recriminante (uxor querula, lamentis lacrimisque dedita), che borbotta obiezioni appena apri un libro? O, ancora, è una semplice moglie petulante (uxor petulans vulgaris)? C’è un’ultima tipologia che potrebbe riguardarti, quella che Amurri chiama uxor mentecapta, ossia, “la moglie che se non la guardi in continua adorazione e non noti le piccole novità con cui s’agghinda per te, si offende”. Anche per sbarazzarsi di lei c’è una tecnica che ha qualcosa del contrappasso.

Attenzione, però: abbi cura di leggere il prontuario di Amurri in gran segreto, magari con una torcia mentre tua moglie dorme profondamente. Se ti scoprisse, potrebbe decidere di procurarsi il secondo volume della serie, pubblicato due anni dopo, Come ammazzare il marito senza tanti perché. Devo metterti in guardia, è molto più truculento del primo: “La storia ci insegna che quando una moglie ha potuto uccidere il marito, l’ha sempre fatto con straordinario entusiasmo, arrivando perfino a ‘lavorarne’ il cadavere, vuoi saponificandolo, vuoi tagliandolo a pezzi, o bruciandolo in cantina, o murandolo in soffitta, o addirittura provvedendo astutamente a riciclarlo, salsiccificandone le parti più tenere e saporite”.

Sono inventariati ben quaranta mariti, con etichetta tassonomica stavolta non in latino ma in inglese, ed è fatale che tra quei quaranta ci sia anche tu. Mentre sei lì distratto a leggere e non ti curi di lei, potrebbe incasellarti nel tipo del marito che non vuole ascoltare il racconto dei sogni della moglie (The intolerable husband), del marito che si rivolta dall’altra parte (The frigid husband) o del comunissimo marito egocentrico (The son of mygnoth husband). Ma forse, a ripensarci, è bene che ciascuno dei due sappia del libro dell’altro, e degli annessi propositi uxoricidi. Si creerebbe un equilibrio teso e guardingo, una deterrenza nucleare da guerra fredda che a pensarci bene è un’ottima definizione del matrimonio.

Il bibliopatologo risponde è una rubrica di posta sulle perversioni culturali. Se volete sottoporre i vostri casi, scrivete a g.vitiello@internazionale.it

Dal 5 al 7 ottobre Guido Vitiello terrà un workshop sull’arte della recensione al festival di Internazionale a Ferrara.

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