Quasi nessuno legge i lunghi e complessi contratti con i termini e le condizioni che troviamo su siti e app, ma l’intelligenza artificiale potrebbe aiutarci a individuare i punti essenziali.

Questi documenti legali sono notoriamente incomprensibili: da uno studio del 2019 condotto su cinquecento siti molto frequentati è emerso che il 99 per cento richiedeva un livello di alfabetismo superiore alla media.

angelo monne

Per risolvere il problema Jason Hong e i suoi colleghi della Carnegie Mellon university, in Pennsylvania, negli Stati Uniti, hanno addestrato un software di apprendimento automatico a evidenziare le clausole importanti a cui gli utenti dovrebbero prestare particolare attenzione. Per prima cosa i ricercatori hanno raccolto 1.551 contratti su 27 siti per gli acquisti e li hanno suddivisi in più di duecentomila coppie di frasi. Poi hanno chiesto a dei volontari di dare un’occhiata a una di queste coppie per stabilire quale delle due frasi fosse più importante. I risultati hanno permesso di comporre un elenco dei punti del documento in ordine d’importanza. I volontari hanno dato la priorità ai termini relativi al diritto del consumatore alla restituzione, riparazione e sostituzione degli articoli e alla possibilità di ottenere il rimborso o di comprare a rate. Hanno considerato importanti anche le eventuali commissioni.

A quel punto i ricercatori hanno inserito l’elenco in un software di apprendimento automatico, addestrandolo a trovare le clausole più importanti. Il grado di accuratezza nell’individuarle in nuovi documenti è stato del 92 per cento, anche se, come ammette Hong, la negazione “non” ha creato qualche problema: “Purtroppo frasi come ‘non c’è addebito per il rimborso’ o ‘c’è addebito’ tendono a essere considerate uguali”.

Da sapere
I software che scrivono racconti

◆ L’intelligenza artificiale è in grado di scrivere racconti in cui ogni frase nasce da quella precedente in modo grammaticalmente corretto, applicando schemi ricavati da enormi quantità di dati. Questo metodo, però, sfocia nell’incoerenza man mano che il testo si allunga. Invece di costruire una trama in cui gli elementi principali e il finale sono già previsti, l’intelligenza artificiale si limita a decidere quale frase ha più probabilità statistica di seguire la precedente basandosi sulla letteratura acquisita.

Una squadra coordinata da Mark Riedl del Georgia institute of technology, negli Stati Uniti, potrebbe aver trovato una soluzione. Dopo aver addestrato una rete neurale con migliaia di sinossi prese dal cinema e dalla tv, i ricercatori le hanno fornito un finale, composto da un essere umano, da cui partire. Il software analizza l’ultima frase e genera una domanda sui personaggi che ne fanno parte, per capire perché fanno quello che fanno. Poi crea quindici frasi che potrebbero spiegare quei comportamenti, e infine sceglie la più probabile dal punto di vista statistico o la più appropriata basandosi sulla lettura di un altro modello linguistico d’intelligenza artificiale. Il procedimento va poi ripetuto più volte per comporre la storia a ritroso.

Per i lettori umani, i racconti creati in questo modo sono risultati più coerenti del 15 per cento rispetto a quelli fatti con il sistema precedente, spiega Riedl, che ammette però la necessità di ulteriori progressi. New Scientist


“Il metodo ha il merito di rendere comprensibili documenti complicati”, dice Lilian Edwards dell’università di Newcastle, nel Regno Unito. Ma secondo Edwards, rendere più leggibili questi documenti non risolve il problema principale: sono così categorici da compromettere il consenso informato online. “Invece di evidenziare le frasi più importanti, dovremmo chiedere più diritti per gli utenti”, conclude. ◆ sdf

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Questo articolo è uscito sul numero 1442 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati