psicologia

Spesso si dice che la procrastinazione è “ladra del tempo”. Quando mi accorgo di aver passato una giornata in modo insoddisfacente, rimpiango tutto quello che avrei potuto fare e provo un senso di colpa per non essere riuscito a tenere a bada questaladra. Secondo alcune ricerche di psicologia, però, rimproverarsi rischia di rafforzare la cattiva abitudine, perché spesso rimandare è un modo per gestire lo stress e l’autocritica. Se, per esempio, sono in ansia al pensiero di scrivere un nuovo capitolo del mio libro, potrei decidere di nascondere la testa sotto la sabbia trascorrendo alcune ore sui social network, invece di accettare la possibilità che la prima stesura sia mediocre.

Ma perdere tempo è controproducente e rende solo più probabile che il lavoro sia scadente, mentre il sollievo dall’ansia è di breve durata.

Le ricerche dimostrano che la tendenza a rimandare è spesso legata alla paura di non riuscire a portare a termine un compito. Se ci rimproveriamo, però, non facciamo altro che aumentare il livello di stress e ansia, che a sua volta potrebbe spingerci a cercare ulteriore sollievo in distrazioni temporanee, intralciando anche il compito successivo. Entriamo quindi in un circolo vizioso di autosabotaggio.

Gli psicologi affermano che un po’ di autocompassione in più può contribuire a risolvere il problema. Immaginate di rivolgervi a una persona cara che si trova in una situazione simile: non cerchereste d’incoraggiarla? Quest’esercizio aiuta a ridurre l’autocritica e ad affrontare compiti difficili con animo più sereno. Secondo uno studio, impegnarsi in un processo di autocompassione ha permesso a molti studenti di aumentare le ore che dedicavano allo studio dopo un esame andato male.

Indulgenza strategica

In alternativa si può ricorrere all’indulgenza strategica, un concetto di cui ho sentito parlare per la prima volta di recente ad Atlanta, negli Stati Uniti, durante una conferenza della Society for personality and social psychology. Consiste nell’inserire volontariamente dei momenti di distrazione durante la giornata. Io, per esempio, potrei decidere di guardare per dieci minuti dei video divertenti su YouTube alle undici di mattina, per poi ricominciare a scrivere.

L’indulgenza strategica ci permette di concederci quel piccolo momento di relax di cui sentiamo il bisogno. E soprattutto, essendo una decisione consapevole, elimina il senso di fallimento che accompagna il procrastinare e allontana il rischio d’improduttività.

La tecnica sembra funzionare. Nella conferenza di Atlanta Lile Jia, della National university of Singapore, ha presentato uno studio da cui è emerso che gli studenti capaci di gestire brevi momenti di distrazione sono più motivati e ottengono voti migliori, oltre a essere meno stressati.

In una società come la nostra che esalta l’efficienza, è importante sapere che i ricercatori riconoscono l’importanza dell’autocompassione. La ladra di tempo non sparirà mai del tutto, ma con lo spirito giusto possiamo accorciare le sue visite. ◆ sdf

Salute
L’ansia degli studenti

◆ Secondo uno studio pubblicato su Jama Network Open, basato sull’osservazione di migliaia di studenti universitari, procrastinare può alimentare lo sviluppo di disturbi psicologici e fisici. La tendenza a rimandare è associata a una maggiore probabilità di soffrire in seguito di stress, ansia, depressione, insonnia e perfino di dolori invalidanti al braccio. Secondo alcune stime, circa il 20 per cento degli adulti può essere definito procrastinatore cronico.


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Questo articolo è uscito sul numero 1508 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati