Non bisogna strapparsi i capelli per ogni sciocchezza. La stradestra – dite – vuole darci strutture sempre più autoritarie? E occupare tutti i possibili posti e avamposti? E fare una leggina antivecchi da estendere in prospettiva a qualsiasi fortificazione bisognosa non di reggenti di sinistra quasi ciechi, ma di camerati di vista lunga che sparino senza dire nemmeno altolà? Be’, è la norma, si discute, mica ci vogliamo strappare i capelli. E – dite – la stradestra se la prende troppo con lo straniero – afgani, siriani, marocchini, francesi – specialmente i francesi che, ogni giorno di più, vengono a mettere le bocche invadenti nelle cose della nostra nazione, offendendo il governo al lavoro anche quando il lavoro fa festa? Be’, è la norma, si discute, presto o tardi arriveranno le galliche scuse, mica ci vogliamo strappare i capelli. E se alla lunga – voi dite – le scuse, alla stradestra, non dovessero bastare più? Mah, si può sempre passare a un duello all’alba tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron o, perché no, a una guerricciola non più alle porte ma nel cuore dell’Europa patriottica, come ai bei tempi. Le offese all’orgoglio nazionale vanno lavate col sangue, è normale, ammettiamolo. Tanto più oggi che questi lavaggi locali sono utili ai padrini e padroni del mondo per definire i confini che davvero conteranno domani. Se ci si strappa di continuo i capelli, si diventa calvi.

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Questo articolo è uscito sul numero 1511 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati