Guardare la tv può risultare un’efficace indagine intorno a quell’età un tempo definita terza. L’opinionismo diffuso, cuore del palinsesto generalista, fornisce contenuti preziosi per comprendere il paniere emotivo del paese. E tanto sono noiosi e sciatti i giudizi dei trentenni, quanto fecondi quelli degli ultrasettantenni, sostenuti dall’esperienza e da aneddoti che, originando dalla prima repubblica, si fanno apprezzare per il loro adattamento al nuovo millennio. L’illusionista Giucas Casella, 71 anni, quello che faceva intrecciare le mani agli spettatori a casa, invitando a scioglierle “solo quando lo dico io”, con leggendarie chiamate al 118 da parte di vittime di bug telepatici, è uno dei concorrenti del Grande fratello vip (Canale 5), e di recente ha confidato di aver avuto in gioventù rapporti con altri uomini, malgrado non sia mai stato omosessuale. Un altro concorrente, il conduttore Amedeo Goria, 67 anni, ha raccontato di quella volta con una trans che, sebbene “avesse il pistolino, per me era una donna”. I due sono diventati eroi della bolla progressista dei social. Le parole di Casella sono state rilanciate come dardi contro Katia Ricciarelli, concorrente anche lei, e interprete di posizioni più conservatrici. Evidente che saranno i nonni a portare il pubblico giovane in tv, con le loro storie pruriginose, spogliate dal cameratismo di un tempo e vestite di nuove aspirazioni, un po’ libertarie un po’ tanto paracule. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1430 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati