13 luglio 2017 17:27

Per tredici edizioni consecutive, il festival Documenta si è immancabilmente svolto nella città di Kassel. Scegliendo d’inaugurare quest’anno una seconda edizione nella città di Atene, Documenta 14 ha stravolto questa certezza. Ma questo spostamento deve essere interpretato come un movimento verso il sud dell’Europa o verso il sud del mondo?

Diciamolo subito: come c’insegnano i critici anticolonialisti Aníbal Quijano, Silvia Rivera Cusicanqui o Walter Mignolo, il sud non esiste. Il sud è una finzione politica costruita dalla ragione coloniale. Il sud è un’invenzione della cartografia coloniale moderna, effetto congiunto della tratta negriera transatlantica e dell’affermazione del capitalismo industriale, alla costante ricerca di nuovi territori nei quali estrarre materie prime. L’invenzione del sud ha avuto come conseguenza diretta la costruzione di una finzione occidentale moderna del nord. Ma anche il nord non esiste. In questo gioco di finzioni politiche, tuttavia, la Grecia occupa una posizione singolare.

A partire dal rinascimento, è stata “tagliata fuori” dal suo contesto geografico e storico per diventare il luogo della fondazione mitica del nord occidentale. Per rendere possibile quest’operazione, era necessario cancellare i suoi legami con l’impero ottomano, oltre che tutte le tracce delle relazioni che la cultura ellenica ha storicamente intrecciato con il Mediterraneo e con l’Africa. Lo “sbiancamento” della storia greca, con l’obiettivo di farne la culla della civiltà cristiana e ariana, ha avuto un ruolo fondamentale nella creazione dell’identità tedesca moderna, attraverso i progetti di Johann Joachim Winckelmann, Friedrich Schiller, Friedrich August Wolf, Wilhelm von Humboldt o Friedrich Schleiermacher.

Differenze di trattamento
È dal diciottesimo secolo che le economie imperiali e le narrazioni cristiane sulla supremazia bianca hanno trasferito i centri di produzione della conoscenza e dei valori di Asia, Medio Oriente e Mediterraneo verso il nord dell’Europa (Paesi Bassi, Francia, Germania o Inghilterra), inventando non solo il sud ma anche l’est.

Molto più tardi, durante la guerra fredda, l’occidente si è dotato nuovamente di significanti politici e la mappa geografica è stata nuovamente frammentata. Paradossalmente, dopo la seconda ondata di decolonizzazione (India, Algeria, Nigeria eccetera), la caduta del muro di Berlino e l’espansione globale del capitalismo finanziario, le differenze tra nord e sud, invece di scomparire, si sono moltiplicate. La crisi del 2007 ha amplificato le differenze di trattamento, costruendo un nuovo sud dell’Europa, con i suoi “Pigs”: Portogallo, Italia, Grecia e Spagna.

Il sud non è un luogo, casomai l’effetto delle relazioni tra potere, conoscenza e spazio. La modernità coloniale inventa una geografia e una cronologia: il sud è primitivo e passato. Il nord rappresenta il progresso e il futuro. Il sud è il risultato di un sistema razziale e sessuale di classificazione sociale, un’epistemologia binaria che oppone alto e basso, spirito e corpo, testa e piedi, razionalizzazione ed emozione, teoria e pratica. Il sud è un mito sessualizzato e razzializzato. Nell’epistemologia occidentale, il sud è animale, femminile, infantile e poco virile. Il sud è potenzialmente malato, debole, stupido, inetto, pigro e povero. Il sud è sempre rappresentato come privo di sovranità, di conoscenza, di ricchezza e, di conseguenza, intrinsecamente indebitato nei confronti del nord. Allo stesso tempo il sud è il luogo dove ha luogo l’estrazione capitalista, il luogo nel quale il nord raccoglie energia, senso, godimento e valore aggiunto. Il sud è la pelle e l’utero. L’olio e il caffè. La carne umana e l’oro.

Controllo e vigilanza
All’altra estremità di quest’epistemologia binaria, il nord appare come umano, maschile, adulto, eterosessuale, bianco. Il nord si presenta sempre come più sano, più forte, più intelligente, più pulito, più produttivo, più ricco. Il nord è l’anima, e il fallo. Lo sperma e il denaro. La macchina e il software. È il luogo della memoria e del profitto. Il nord è il museo, l’archivio e la banca.

La divisione nord-sud prevale su ogni altra forma di spazializzazione. Ogni società designa un sud, un luogo dove sarà organizzata l’estrazione e dove saranno riversati i rifiuti. Il sud è la miniera e la cloaca. Il cuore e l’ano. Il sud è anche il luogo temuto dal nord in quanto riserva di potenza rivoluzionaria: è per questo che è qui che si concentrano controllo e vigilanza. Il sud è il terreno della guerra e della prigione, il luogo della bomba e dei residui nucleari.

Atene non è il sud. Kassel non è il nord. Tutto ha un sud. La lingua ha un sud. La musica ha un sud. Il corpo ha un sud. Tu stesso hai un sud. Gira la testa. Scardina i paralleli, e mangia la carta geografica.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è uscito sul quotidiano francese Libération.

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