08 settembre 2016 08:50

Già in guerra per procura, l’Iran e l’Arabia Saudita sono arrivati a insultarsi direttamente e pubblicamente. In Yemen i sauditi sono intervenuti contro la ribellione minoritaria degli houthi, che sostengono gli iraniani. In Siria gli iraniani appoggiano militarmente e finanziariamente il regime di Bashar al Assad contro i ribelli a maggioranza sunnita armati e finanziati dai sauditi.

Da tempo ormai l’Arabia Saudita e l’Iran, paladini del sunnismo e dello sciismo, le due correnti dell’islam, si contendono il dominio regionale attraverso i loro alleati sunniti e sciiti, ma finora non erano mai arrivati alle invettive violente che si scambiano dal 5 settembre.

Ad aprire il fuoco, quel giorno, è stata la guida suprema iraniana Ali Khamenei, sottolineando che bisognerebbe togliere all’Arabia Saudita la gestione dei luoghi sacri che si trovano sul suo territorio. In risposta il grande mufti saudita ha dichiarato che i leader iraniani “non sono veri musulmani”.

Rissa verbale
Il ministro degli esteri iraniano ha risposto sottolineando che “non c’è effettivamente niente in comune tra l’islam degli iraniani e della maggioranza dei musulmani e l’estremismo fanatico che caratterizza i principali dignitari wahabiti, i capi del terrore sauditi”. Il presidente iraniano Hassan Rohani ha rincarato la dose chiedendo ai paesi della regione e del mondo islamico di “unire le forze per punire il governo saudita per i crimini che commette in Iraq, Siria e Yemen”.

Come se non bastasse, la guida suprema iraniana ha gettato benzina sul fuoco definendo la famiglia reale saudita “maledetta” e “malefica”. I paesi del Golfo hanno respinto queste dichiarazioni definendole “del tutto incompatibili con i valori dell’islam” e volte a “politicizzare” il pellegrinaggio alla Mecca.

I paladini dello sciismo e del sunnismo, insomma, sono arrivati alla rissa verbale.

La situazione è preoccupante, perché quantomeno a parole (e le parole contano) i leader iraniani e la dinastia saudita si sono dichiarati guerra. Lo scontro non avviene più per procura, ma è diventato frontale, esacerbando un conflitto che oppone i due paesi da quando l’Iran ha cominciato, dopo la cacciata dello scià nel 1979, a federare tutti gli sciiti del Medio Oriente per destabilizzare le monarchie sunnite e imporsi come prima potenza regionale.

In quarant’anni l’Iran si è modernizzato proiettandosi in tutto il Medio Oriente. Teheran fa molta paura all’Arabia Saudita, il cui nuovo sovrano è deciso a raccogliere il guanto di sfida e armarsi. La tensione non è mai stata così forte tra i due paesi, che non intendono trovare un compromesso in Yemen e Siria. Non assisteremo a una vera guerra, o almeno non ancora, ma la stabilizzazione regionale non arriverà in tempi brevi.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Bernard Guetta sarà al festival di Internazionale a Ferrara dal 30 settembre al 2 ottobre 2016.

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