25 maggio 2018 11:03

Vladimir Putin ha pronunciato poche parole, e con pochissimo calore. Emmanuel Macron, invece, ha sostenuto con passione la sua idea, quella di un’azione congiunta della Francia e della Russia, e dell’Unione europea e della Russia, in favore di un processo di pace in Siria e dell’apertura di un negoziato internazionale con l’Iran sull’influenza di Teheran in Medio Oriente e la stabilizzazione della regione.

Il ragionamento di Macron, perfettamente chiaro, è che con l’Iran indebolito dalla decisione degli Stati Uniti di uscire dall’accordo sul nucleare del 2015, la Russia si trova nella posizione di ammorbidire gli iraniani sulla vicenda siriana e di convincerli ad accettare, come vorrebbe la Francia, un dialogo sul loro ruolo nelle crisi regionali e sul modo di risolverle.

È il messaggio che il presidente della repubblica ha portato con sé a Mosca, offrendo a Putin la possibilità di sganciarsi dalla Siria prima di impantanarsi, affermarsi come stabilizzatore e riavvicinarsi, economicamente e politicamente, all’Unione europea, i cui rapporti con gli Stati Uniti sono sempre più tesi.

Riconoscimento reciproco
La conversazione è durata un’ora in più del previsto e non è stata un semplice “vogliamoci bene!”. Tra l’altro nelle dichiarazioni alla stampa i due presidenti hanno mantenuto un atteggiamento prudente, ma non è questo il punto.

Il punto è che ora esiste un’intesa sul fatto che Parigi e Mosca coordineranno gli sforzi nei due contesti in cui si cerca una soluzione di pace per la Siria, il processo di Astana – gestito da Russia, Iran e Turchia – e il piccolo gruppo formato da Francia, Regno Unito, Giordania, Stati Uniti e Arabia Saudita. La Russia riconosce insomma che non può andare avanti senza gli occidentali e i sauditi, mentre la Francia ammette l’impotenza degli occidentali senza la Russia.

È una svolta concreta. A questo punto è fondamentale che Putin non abbia abbandonato l’idea di lavorare all’apertura di un negoziato regionale con l’Iran. Ai suoi occhi queste nuove discussioni non devono condizionare l’adesione degli europei al compromesso sul nucleare del 2015, ma per il resto tutto è possibile.

Francia e Russia si sono avvicinate su due punti essenziali, ma al di là del “caro Vladimir” azzardato da Macron resta da capire se tutto questo potrà realmente modificare la situazione. È difficile ma non impossibile. In ogni caso è uno sviluppo auspicabile, anche perché le tensioni internazionali sono destinate ad aumentare.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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