13 dicembre 2022 09:54

Era uno dei rituali del potere di Vladimir Putin. Ogni anno, nel mese di dicembre, il presidente russo aveva l’abitudine di riunire circa cinquecento giornalisti russi e stranieri per una conferenza stampa della durata di almeno quattro ore. Si trattava di una performance sia fisica sia politica per un presidente che voleva impressionare.

Il 12 dicembre, per la prima volta in dodici anni, il Cremlino ha annunciato l’annullamento della conferenza stampa prevista per quest’anno, senza fornire spiegazioni né una nuova data. Solo il covid aveva provocato la cancellazione dell’evento, due anni fa. L’anno scorso, dopo tre tamponi, i giornalisti erano stati accolti come d’abitudine, nonostante le tensioni sempre più intense a proposito dell’Ucraina.

Oggi tutta Mosca si interroga sulle ragioni di questa decisione. Considerando che in Russia non esiste più una sola testata indipendente Putin non aveva nulla da temere da un confronto, e comunque in genere è perfettamente capace di gestire le domande più audaci poste dai giornalisti internazionali.

Discorsi poco ispirati
Dunque è sulla strategia di comunicazione del presidente che bisogna concentrarsi.

Dopo l’invasione dell’Ucraina dello scorso 24 febbraio, Putin è stato piuttosto assente per gli standard di un presidente in guerra. Ha pronunciato alcuni discorsi (non sempre ispirati), ha partecipato a un incontro con alcune madri accuratamente selezionate e ha effettuato una visita al ponte sullo stretto di Kerč che collega la Crimea alla Russia per mostrare che era stato riparato.

Poca cosa, insomma. In molti sottolineano che Putin non ha mai fatto visita alle truppe al fronte né ai territori recentemente annessi nella parte orientale e meridionale dell’Ucraina.

È un comportamento strano per un presidente che in passato si era mostrato a torso nudo in sella a un cavallo

Di contro il suo collega ucraino Volodymyr Zelenskyj pubblica un video al giorno, ha visitato diverse volte il fronte e ha trasformato la comunicazione in un’arma di guerra, laddove Putin ha cambiato spesso registro.

È un comportamento strano per un presidente che in passato si era mostrato a torso nudo in sella a un cavallo e aveva dato prova di non temere gli scontri frontali dell’hockey su ghiaccio.

Una spiegazione semplice potrebbe essere che in Ucraina niente va come previsto. L’esercito russo ha fatto marcia indietro intorno a Kiev, ha subìto la controffensiva a est e ha perso Cherson dopo averla appena proclamata territorio russo per l’eternità.

L’unica cosa che funziona per il Cremlino è il bombardamento delle città e delle infrastrutture. Queste azioni sono elogiate nelle trasmissioni televisive della propaganda, ma è difficile credere che Putin voglia vantarsi della propria crudeltà nei confronti di civili che pochi mesi fa definiva fratelli.

Inoltre una buona parte della conferenza annuale era consacrata ai problemi quotidiani per mostrare un presidente vicino ai suoi cittadini, e oggi sarebbe surreale se Putin parlasse di argomenti minori considerando che la Russia ha già perso decine di migliaia di uomini in Ucraina.

Forse in questo modo Putin vuole nascondere la realtà, ma la mobilitazione parziale e la fuga di centinaia di migliaia di russi all’estero hanno dimostrato che la popolazione russa è più informata di quanto pensassimo. In definitiva i silenzi del presidente dicono più di qualsiasi discorso: sono il segno del suo fallimento.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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