Il 30 novembre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, forte del sostegno del presidente statunitense Donald Trump, ha ufficialmente chiesto la grazia presidenziale nel suo processo per corruzione. Leggi
Il 23 novembre Israele ha ucciso il capo militare di Hezbollah in un attacco a un edificio alla periferia sud di Beirut, la capitale del Libano, che secondo le autorità libanesi ha causato cinque morti. Leggi
Il 29 ottobre la difesa civile della Striscia di Gaza ha annunciato la morte di almeno 101 palestinesi nei bombardamenti condotti da Israele dopo un attacco mortale contro uno dei suoi soldati. Leggi
Il 28 ottobre Israele ha accusato Hamas di aver consegnato i resti dell’ostaggio sbagliato, denunciando una “grave violazione” dell’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Leggi
La Corte internazionale di giustizia (Cig), il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, ha stabilito che Israele ha l’obbligo, in base al diritto internazionale, di facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Leggi
La sera del 15 ottobre il ministro della difesa israeliano Israel Katz ha affermato che Israele riprenderà la sua offensiva nella Striscia di Gaza se Hamas non consegnerà tutti i corpi degli ostaggi morti in cattività. Leggi
Il 13 ottobre, nel corso di un vertice a Sharm el Sheikh, in Egitto, il presidente statunitense Donald Trump ha firmato una dichiarazione il cui obiettivo è consolidare la tregua nella Striscia di Gaza. Leggi
Il primo ministro israeliano si è attirato una diffusa ostilità all’estero, è apertamente contestato dalla popolazione e rischia un processo alla Corte penale internazionale. Ma è un politico abile e il suo futuro non è ancora segnato. Leggi
Nella notte tra il 9 e il 10 ottobre il governo israeliano ha annunciato di aver approvato la prima fase dell’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e di liberazione degli ostaggi. Leggi
La mattina del 3 ottobre un’ultima imbarcazione della Global sumud flotilla è ancora in navigazione verso la Striscia di Gaza, dopo che più di quaranta barche erano state intercettate dalla marina israeliana. Leggi
Durante una conferenza stampa organizzata il 29 settembre insieme al premier israeliano Benjamin Netanyahu, il presidente statunitense Donald Trump ha presentato il suo piano… Leggi
Il 30 settembre il gruppo palestinese Hamas ha cominciato a esaminare il piano di pace del presidente statunitense Donald Trump per la Striscia di Gaza, approvato pubblicamente dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Leggi
“Permettere la creazione di uno stato palestinese sarebbe un suicidio per Israele”, ha affermato il 26 settembre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un discorso all’assemblea generale delle Nazioni Unite. Leggi
Il 22 settembre la Francia e altri cinque paesi europei hanno riconosciuto lo stato della Palestina dalla tribuna dell’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Leggi
Il piano per la “Riviera Gaza” è il culmine di anni di devastazione premeditata, realizzata con l’obiettivo di cacciare i palestinesi da Gaza e presentare la loro assenza come un’innovazione. Leggi
Il 21 settembre il Regno Unito, il Canada, l’Australia e il Portogallo hanno riconosciuto lo stato della Palestina. Israele ha reagito minacciando di estendere la colonizzazione nella Cisgiordania occupata. Leggi
Il 19 settembre l’esercito israeliano ha affermato che si appresta a colpire la città di Gaza con una “forza senza precedenti” e ha invitato la popolazione ad abbandonarla rapidamente. Leggi
Pochi giorni prima un altro vertice aveva dimostrato che possono nascere nuove coalizioni. I leader di India, Cina e Russia infatti si sono incontrati il 1 settembre a Tianjin…. Leggi
Il 16 settembre una commissione d’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite ha accusato Israele di commettere un “genocidio” a Gaza, chiamando in causa il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e altri alti funzionari. Leggi
Il 15 settembre il segretario di stato statunitense Marco Rubio ha garantito a Israele, nel corso di una visita a Gerusalemme, il “sostegno incondizionato” degli Stati Uniti alla sua offensiva militare nella Striscia di Gaza. Leggi
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati