La raccolta di firme per i due quesiti è un successo, ma si discute più dei nuovi strumenti tecnici con cui si può aderire che dei temi del voto. E non si spiega perché il parlamento non è in grado di fare delle leggi sui temi più delicati. Leggi
Matteo Salvini registra il successo personale di Zaia in Veneto e vede traballare la sua guida della destra. Il Pd può parlare di vittoria perché alla vigilia era dato quasi per spacciato, mentre nel M5s si va verso la resa dei conti. Leggi
Quando si vota, il confronto con l’Europa, le ragioni di chi vota no e quelle di chi vota sì alla riforma. Leggi
I tentativi di riforma costituzionale in Italia hanno da quarant’anni l’obiettivo di ridurre la rappresentanza, e dunque il ruolo del parlamento, in favore della decisione, e dunque del ruolo del governo (e del suo capo). Leggi
Non c’è giorno in cui il presidente della repubblica turca Recep Tayyip Erdoğan non rimproveri un politico europeo o non faccia la morale a un’istituzione europea. Gli epiteti “nazista” o “fascista” sono ripetuti senza sosta e nulla lascia intendere che i toni scenderanno. Gli europei, inizialmente silenziosi, rispondono adesso con più o meno tatto e determinazione. Leggi
La Turchia si pronuncerà il 16 aprile sul rafforzamento dei poteri del presidente Recep Tayyip Erdoğan, nel corso di un referendum il cui esito potrebbe rimodellare il sistema politico del paese e ridefinire le sue relazioni con l’occidente. Leggi
Quando e dove si vota, cosa chiede il quesito referendario del 17 aprile. Dove si potrà richiedere la scheda elettorale, quando si sapranno i risultati, come possono votare gli italiani all’estero. Tutte le informazioni utili in vista del referendum di domenica. Leggi
È una situazione illogica: mentre in molte città italiane la campagna elettorale è partita a pieno ritmo, si ignora ancora la data delle elezioni. Eppure è un voto che coinvolge milioni di italiani in 1.351 comuni. E poiché in Italia i partiti litigano su tutto, anche la data è diventata oggetto di velenose polemiche. Leggi
Dopo un conteggio dei voti durato due giorni, il 51,3 per cento dei boliviani ha detto no al referendum che chiedeva di cambiare la costituzione per permettere al presidente Evo Morales di candidarsi per la quarta volta nel 2019. Ora molti si chiedono com’è possibile che un politico di origine indigena, che da più di dieci anni è riuscito ad attirare un largo consenso, oggi venga abbandonato dai suoi elettori. Leggi
Oxi, no, nein. La scommessa di Tsipras e Varoufakis è stata vinta. E molti in queste ore in Europa, non solo greci, stanno festeggiando. Una festa di lotta, perché lo sanno tutti che la realtà è difficile e il domani non è assicurato. Un no all’austerità e alla tecnocrazia. Ma un no anche contro la Fortezza Europa che uccide e respinge i migranti. Leggi
“La Grecia ha messo in evidenza le debolezze strutturali dell’euro, un approccio uniforme che non conviene a paesi tanto diversi”. Dal Guardian a Le Figaro: la stampa europea commenta la crisi greca. Leggi
“Italia, Spagna, Portogallo e Irlanda ci prenderanno come esempio”, commenta Anneta Kavadia, parlamentare di Syriza mentre partecipa all’euforia di piazza di migliaia di ateniesi che hanno festeggiato tutta la notte. “Abbiamo votato no ma in realtà è un sì al nostro futuro, per un’Europa nuova”. Le testimonianze da piazza Syntagma. Leggi
La notte del 5 luglio migliaia di greci sono scesi nelle strade delle principali città del paese per festeggiare la vittoria del no al referendum sulle proposte dei creditori internazionali. A piazza Syntagma, nel centro della capitale Atene, persone di tutte le età hanno cantato e ballato fino a tarda notte. Leggi
Tutti i sondaggi condotti oggi che sono stati diffusi dalle tv greche danno il no in vantaggio. Le sei principali televisioni greche prevedono quindi una vittoria del no. Si tratta tuttavia di sondaggi non di exit poll, né di dati reali. Per i primi dati bisognerà aspettare le 20.30 o le 21 (ora italiana).
In Grecia sono chiusi i seggi dalle 19 (le 18 in Italia). Quasi dieci milioni di elettori erano stati chiamati a esprimersi sul piano di salvataggio proposto dai creditori internazionali. Secondo i quotidiani locali, l’affluenza è stata alta, simile a quella delle elezioni politiche del gennaio 2015. Per Kathimerini l’affluenza potrebbe essere intorno al 64 per cento.
I risultati potrebbero arrivare intorno alle 20.30 (ora italiana), secondo alcuni exit poll il no sarebbe in vantaggio. Il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha detto alla tv Cnbc che ci sarà un accordo con i creditori nelle prossime 24 ore, qualsiasi sia il risultato del referendum.
Chiuse le urne, il ministro delle finanze Yanis Varoufakis incontrerà il governatore della banca centrale greca, Yannis Stournaras, e i dirigenti delle principali banche del paese. Secondo la Bbc, l’incontro si terrà una volta conosciuto l’esito del voto, per discutere eventuali misure per allentare i limiti imposti ai prelievi bancari e ai trasferimenti all’estero. Leggi
I greci stanno votando in queste ore per decidere se approvare il piano di tagli e aiuti proposto dai creditori ad Atene. Il piano è già stato rifiutato dal governo guidato da Alexis Tsipras il 26 giugno. Ma che succederà dopo? Se vince il no? E se vince il sì? Quattro domande e risposte. Leggi
Dieci milioni di greci sono chiamati a votare oggi: dovranno esprimere un sì o un no alle nuove misure di austerità proposte dai creditori internazionali (Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale e Unione europea) in cambio di aiuti.
I seggi saranno aperti dalle 7 (le 6 in Italia) fino alle 19 (le 18 in Italia). I primi risultati attendibili si dovrebbero conoscere intorno alle 21 locali, una volta realizzato lo spoglio di circa il 10 per cento delle schede. La consultazione popolare è stata convocata dal premier Alexis Tsipras nella notte tra il 26 e il 27 giugno, dopo il fallimento delle trattative con i creditori. L’ultimo referendum che si è tenuto in Grecia risale al 1974, quando gli elettori abolirono la monarchia.
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