Secondo una ricerca britannica, le concorrenti dei reality show sono più esposte dei loro colleghi maschi agli insulti sui social network. La loro partecipazione televisiva si traduce in giudizi malevoli, accuse di “inadeguatezza” e di instabilità mentale. Si registra ormai un nesso sempre più frequente – secondo Demos – tra esperienza in televisione e abbandono delle piattaforme per eccesso d’ingiurie. Passiamo ora ad Alfonso Signorini. Il conduttore del Grande fratello, reagendo all’ipotesi di Giucas Casella d’interrompere la gravidanza della sua cagnolina, se ne esce: “Noi siamo contrari a ogni forma di aborto, compreso quello dei cani”. Lasciando ai posteri le tavole rotonde sull’estensione della legge 194 al regno animale, l’improvvida affermazione del direttore di Chi ha scatenato un putiferio, non tanto per il contenuto, odioso e reazionario ma pur sempre un’opinione, quanto per l’uso del “noi”. Stupisce lo stupore. Il giornalista, persona colta e informata, usando la prima persona plurale ha ribadito una semplice verità. Che non è figlia della linea editoriale della società di produzione, la Endemol, che anzi si è affrettata a prenderne le distanze, e neppure del pubblico da casa, in prevalenza femminile. Signorini, da buon televisivo e dunque attento ai numeri, ha potuto contare su quelli pubblicati dal ministero della salute: nel 2021 il 70 per cento dei ginecologi italiani (media regionale) è obiettore. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1436 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati