29 marzo 2019 09:53

Ventotto giornalisti raccontano la campagna elettorale nel proprio paese in vista delle elezioni europee del 26-29 maggio 2019. La serie è realizzata in collaborazione con VoxEurop.

Le prossime elezioni europee sono spesso presentate come una sfida tra le forze europeiste e i populisti euroscettici. La realtà è più complessa, ma se accettiamo questa dicotomia possiamo teoricamente prendere la Repubblica Ceca come un esempio di questa sfida, anche se non nel senso sperato dai paladini di una maggiore integrazione, come il presidente francese Emmanuel Macron.

All’interno del teatro politico ceco, la battaglia tra chi vuole rafforzare l’Ue e chi vorrebbe distruggerla si combatte ormai da quindici anni, ovvero dall’ingresso di Praga nel club, nel 2004. Tuttavia si tratta di un conflitto largamente ideologico e fondato su slogan privi di significato. Mancano le argomentazioni di peso. Analizzando la campagna elettorale in vista delle elezioni di maggio, è difficile immaginare che questa deprecabile condizione del discorso politico possa migliorare.

La Repubblica Ceca ha bisogno dell’Unione europea più di quasi tutti i paesi del vecchio continente. Quasi l’85 per cento delle esportazioni ceche è diretto verso paesi del mercato unico e, grazie alla sua posizione nel cuore dell’Europa centrale, il paese non ha confini esterni. Un funzionamento appropriato dell’Unione è chiaramente nell’interesse nazionale.

Eppure, negli ultimi quindici anni, i cechi non hanno voluto o non sono stati capaci di discutere su quale tipo di Unione servirebbe al meglio i loro interessi né sul modo di trovare alleati che condividano la loro visione dell’integrazione europea. Anche perché questa visione, semplicemente, non esiste.

L’Unione europea non è mai stata una priorità per i politici e gli intellettuali cechi

Al contrario, in Repubblica Ceca la politica e il dibattito pubblico sono divisi in due schieramenti contrapposti: uno sostiene qualsiasi posizione avanzata da Bruxelles e considera ogni critica come un’eresia, mentre l’altro mette in guardia contro “i diktat di Bruxelles” e vorrebbe una completa disintegrazione dell’Europa unita o in alternativa, irrealisticamente, il ritorno alla condizione precedente al trattato di Maastricht.

Non esiste alcun dialogo tra queste due posizioni estreme. Non c’è da stupirsi, perché è difficile instaurare un dialogo quando ai due fronti manca la più elementare conoscenza del funzionamento dell’integrazione europea.

L’Unione europea non è mai stata una priorità per i politici e gli intellettuali cechi. Oltre i “soliti sospetti”, è estremamente difficile trovare qualcuno che sappia rivolgersi al pubblico parlando dell’Ue in termini semplici e convincenti senza distorcere la realtà.

Occasione perduta
Possiamo sperare che le cose migliorino durante l’attuale campagna elettorale? Probabilmente no. Negli ultimi anni la politica ceca è stata dominata dall’attuale primo ministro Andrej Babiš, che porta avanti una retorica europeista, ma al contempo difende tutte le iniziative del suo collega ungherese Viktor Orbán e ribadisce che il tema principale di questa campagna elettorale è l’immigrazione.

Un esempio? Ecco le parole con cui Babiš ha scartato la recente proposta per lo sviluppo dell’Unione avanzata da Macron: “È fuori della realtà”. Senza aggiungere altro. Evidentemente non è questo il modo di condurre un serio dibattito sull’Europa, soprattutto se consideriamo che Babiš non ha saputo presentare nemmeno una parvenza di visione propria. Come se non bastasse, il primo ministro ha cancellato il suo discorso sul futuro dell’Europa in programma al parlamento europeo lo scorso gennaio.

Queste elezioni, alla fine, si riveleranno l’ennesima occasione perduta. Anziché discutere del ruolo del loro paese nell’Unione, i politici cechi metteranno in scena una gara a chi è più capace di difendere i confini cechi dai migranti. A Strasburgo ci sono diversi europarlamentari cechi molto rispettati. Il problema è che per l’opinione pubblica sono sostanzialmente sconosciuti. Lo stesso vale per l’Unione europea.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Ondřej Houska è un giornalista del quotidiano economico ceco Hospodářské noviny.

Leggi anche:

Ventotto giornalisti raccontano la campagna elettorale nel proprio paese in vista delle elezioni europee del 26-29 maggio 2019. La serie è realizzata in collaborazione con VoxEurop.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it