Dal palco di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia, la presidente Meloni ha detto una cosa sacrosanta: i cittadini devono incalzare il governo con severità, mai essere passivi, devono informarsi e, quando necessario, protestare. Uno stile pedissequamente disatteso, ma perché cavillare quando possiamo intrattenerci con Toy Inventor (RealTime), raggiante allegoria del confronto democratico, come solo la tv sa fare? Un gruppo di bambini è chiamato a giudicare una serie di prototipi di giocattoli. Gli inventori concorrenti hanno un minuto di tempo per spiegare regole, caratteristiche e ambizioni delle loro creazioni. La giuria passa quindi alla prova pratica, con un entusiasmo da cittadinanza attiva, e infine emette una sentenza capace di spalancare o chiudere le porte del mercato. I giochi possono essere fisici, logici o mutuati da vecchi passatempi, ma nulla sfugge ai piccoli togati, che osservano, smontano, commentano ogni dettaglio: i colori, la confezione, il peso, la “giocabilità”, le eventuali incongruenze. Serissimi nei loro commenti, si appassionano o si annoiano nel giro di pochi secondi, disinnescano i sorrisi compiacenti degli adulti con un rigore istituzionale, ammoniscono, sollecitano e moraleggiano. Soprattutto, propongono correzioni tutt’altro che banali che, se applicate, migliorano davvero i giocattoli in gara: gli ingranaggi combaciano, la macchina del consenso gira e tutto funziona per la felicità e l’armonia della nazione. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1645 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati





