Intorno a un tavolo da pranzo siedono il ministro dell’istruzione e del merito Valditara, Bruno Vespa, un giornalista e un giovane che ha fatto i soldi sul web. Immersi in una luce tenue, tra libri, qualche quadro e un arredo vagamente alberghiero, gustano il menù della conduttrice. Lo show è A cena da Maria Latella (Sky Tg24), in cui la giornalista apre il suo salotto ad autorevoli personaggi delle istituzioni e della cultura per discutere del presente, sgranocchiando, succhiando e ingoiando in una pantagruelica ma composta rappresentazione del potere. Il tema è il bullismo a scuola. Il ministro, particolarmente a suo agio di fronte al gelato, sciorina una lunga lista di luoghi comuni sull’efficacia dell’umiliazione e del castigo, spalleggiato da Vespa e Latella, che si chiedono se contro l’assenza di disciplina sia più efficace una clausura in biblioteca o pulire i vetri delle aule. Sullo sfondo la cameriera rabbocca i bicchieri. Una confezione perfetta, un teatrino borghese da fine impero a un passo dalla parodia di Corrado Guzzanti. Nel 1983 Luciano Rispoli s’inventò Pranzo in tv (teche.rai.it). A tavola c’erano persone comuni. La metalmeccanica raccontava il suo nord. Un pescatore parlava di lavoro e zuppe di pesce. Il regista Ugo Gregoretti profetizzava la noia e la spirale del telecomando. Una grande abbuffata d’intelligenza e realtà, che a riguardarla oggi, pensando a ciò che è andato perso, toglie l’appetito. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1489 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati