Giorgia Bernardini
Area piccola
Marsilio editore,224 pagine, 17 euro

Di Giorgia Bernardini avevo già letto il saggio sullo sport Velata (Capovolte), ed ero piuttosto curiosa di dare un’occhiata al suo esordio narrativo. Area piccola, che prende il via dalle tematiche già affrontate – lo sport femminile – è un libro su cui sembra aver meditato, una storia che l’autrice elabora da molto tempo. È un romanzo di formazione che ha un ritmo sostenuto, avvincente. Per Chris la pallacanestro è un’ossessione, come lo diventano per alcuni le passioni che consumano, senza le quali non sembra nemmeno di esistere. A guidarla per prima sul parquet è Nadia, che per la protagonista è stata un po’ come un padre che si prende il tempo di “insegnare alla figlia femmina tutto ciò che sapeva di uno sport pensato per i maschi”. Chris sta aggrappata a un pallone mentre tutto intorno si muove, finendo per cambiare anche lei. Il basket è il suo modo di sentirsi amata, tra un padre inesistente e una madre in fuga: “Quando hai provato una cosa così, l’amore di una persona sola non sarà mai più abbastanza,” dice guardando i tifosi durante una partita. Scrivere di sport mi sembra difficilissimo: è come trovare la poesia in qualcosa di meccanico, per questo serve un occhio allenato, qualcuno che conosca il sentimento dietro un tiro riuscito, il ritmo del respiro per una palla sputata dal canestro. Bernardini ha questo sguardo. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1510 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati