La Cina si sta facendo spazio nel conflitto ucraino schierandosi al fianco della Russia, e questo non le porterà nuovi amici. Prendiamo per esempio il documento in dodici punti che ha presentato il 24 febbraio: un chiaro aiuto al presidente russo Vladimir Putin per consolidare le conquiste dell’esercito russo in Ucraina.

Nella maggior parte dei casi le proposte cinesi sono troppo vaghe per trovare un’applicazione concreta. La seconda, per esempio, si limita a condannare la “mentalità da guerra fredda”. Ma due punti la dicono lunga sulle preoccupazioni di Pechino e sui punti deboli delle relazioni con la Russia.

Il primo critica le “sanzioni unilaterali”, cioè quelle imposte dagli alleati occidentali alla Russia senza l’approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L’unità dimostrata dall’occidente è preoccupante per il presidente cinese Xi Jinping: è un chiaro messaggio alla Cina nel caso decidesse di invadere Taiwan. Pechino ha anche dichiarato di voler “fornire assistenza e giocare un ruolo attivo” nella ricostruzione post-bellica in Ucraina. Ma l’amicizia di Xi con Putin ha alimentato in tutto l’occidente un forte scetticismo nei confronti della possibilità di stringere nuove relazioni commerciali con la Cina.

Nel frattempo i funzionari occidentali avvertono che Pechino forse sta preparando l’invio di armi e droni per sostenere l’offensiva russa. Sarebbe un atto ostile che comporterebbe un ulteriore raffreddamento delle relazioni economiche tra Cina e occidente.

Sul piano diplomatico, nel suo discorso alle Nazioni Unite del 23 febbraio, la ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock ha chiarito qual è la posta in gioco per Xi: “Esiste già un piano di pace, è davanti ai nostri occhi”, ha detto. “Si chiama Carta delle Nazioni Unite. E i suoi princìpi, che si applicano a tutti gli stati, sono semplici: uguaglianza sovrana. Integrità territoriale. No all’uso della forza”. È stato un colpo diretto al piano che Pechino stava per rendere pubblico, tanto più notevole perché sferrato dall’alta funzionaria di un paese che ha sempre mostrato il massimo riguardo nei confronti della Cina.

Xi potrebbe comunque concludere che non può permettersi una sconfitta dell’alleato russo in Ucraina. Tanto più nel caso in cui dovesse avvertire delle titubanze da parte degli occidentali nel sostegno a Kiev. Pechino comprende bene queste implicazioni. E dovrebbero farlo tutti quei politici statunitensi convinti che la guerra in Ucraina rappresenti una distrazione dalla competizione strategica con la Cina e non una sua parte integrante. ◆ gim

The wall street journal
è un quotidiano economico con sede a New York fondato nel 1889. Dal 2007 appartiene al gruppo editoriale del magnate australiano Rupert Murdoch, che include altre testate conservatrici come Fox News e il New York Post.

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Questo articolo è uscito sul numero 1501 di Internazionale, a pagina 34. Compra questo numero | Abbonati