Sono diventata madre senza desiderarlo particolarmente. E anche se vivo bene la maternità e amo molto mia figlia, ho scoperto che è impossibile parlare con altre mamme del fatto che sarei stata felice anche senza bambini. È come se fossi costretta a pensare che questa sia l’unica forma di vera felicità.–Tania

Qualcuno potrebbe risponderti: ma se sei felice e realizzata come madre, che bisogno c’è di dire che lo saresti anche senza figli? E invece quel bisogno, secondo me, c’è eccome.

Finché ogni donna che diventa madre sarà rivestita dal mito della maternità come massima gioia, senza possibilità di dissentire, saremo tutti intrappolati in una condizione che non lascia spazio ai sentimenti reali. Non tutte le donne vogliono diventare madri, non tutte lo vogliono allo stesso modo. E la presunta felicità che si prova non è la stessa per tutte. Anzi, per alcune neanche c’è.

“I sentimenti ritenuti impossibili da esprimere a voce alta finiscono per diventare soffocanti”, scrive sul Guardian Rhiannon Lucy Cosslett, in una recensione di La figlia oscura. Il film, tratto dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante, parla di una madre che si allontana per qualche anno dalle figlie piccole perché si sente oppressa. Situazioni come questa, o perfino più estreme, forse sarebbero meno frequenti se imparassimo a mettere serenamente in discussione il mito della maternità come realizzazione assoluta. Per quanto mi riguarda, quindi, hai tutto il mio incoraggiamento a continuare la tua battaglia culturale.

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Questo articolo è uscito sul numero 1466 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati