Vivo da dieci anni all’estero con mio marito, dove sono nati i nostri due figli. I miei suoceri – divorziati – vengono a trovarci a turno almeno due volte all’anno, rimanendo a casa nostra per un mese. Quando torniamo in Italia siamo costretti a vedere i nonni quasi tutti i giorni. Se non sono qua, videotelefonano all’ora di cena. La situazione crea squilibri nel rapporto di coppia e con i miei figli, perché spesso mi sento estranea a casa mia. È una situazione normale per una famiglia espatriata? –Alessia

È vero che per le famiglie espatriate i nonni spesso sono una manna dal cielo. Negli anni in cui ho abitato all’estero con tre figli piccoli contavo i giorni che mancavano all’arrivo dei nonni, uno chiunque di loro, per avere un po’ di aiuto con i bambini. Avere i miei genitori o i suoceri con noi significava avere pasti prelibati, babysitter sempre pronti e, in generale, più compagnia e affetto per i bambini, che crescevano lontani dalla nostra rete sociale.

Detto questo, non esistono formule “normali” per le famiglie, neanche quelle espatriate. Il vostro sembra un classico caso di nonni troppo presenti, che non capiscono i confini del vostro spazio. Ma l’origine di questo problema spesso sta nel rapporto di coppia: tuo marito sa come ti senti? Condivide anche lui la stessa insofferenza? Perché è con lui che devi parlarne ed è lui che deve agire per cambiare la situazione con i suoi genitori.

Non sarà facile scardinare un assetto che tutti danno per scontato ma è necessario farlo, perché queste dinamiche posso diventare logoranti per la coppia e negative per tutta la famiglia.

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Questo articolo è uscito sul numero 1514 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati