Ciad

Ciad

Capitale
N'Djamena
Cambio
Ora locale
Borsa
Meteo
Pil pro capite
Temperatura
Popolazione
Moneta
Franco CFA
Superficie
Il gioco delle alleanze nel Darfur

Nei paesi che confinano con la regione occidentale del Sudan, governi e gruppi armati stanno valutando con chi schierarsi nel conflitto tra l’esercito e i paramilitari sudanesi Leggi

Burkina Faso Quarantaquattro civili sono stati uccisi in due villaggi nel nordest, vicino al confine con il Niger, ha fatto sapere l’8 aprile il governatore dell’area... Leggi

pubblicità
Prigionieri graziati

I l 27 marzo il presidente Mahamat Idriss Déby ha concesso la grazia a 259 persone condannate a dicembre per aver partecipato alle manifestazioni contro il prolungamento... Leggi

Un giorno di lutto da ricordare

Dopo essere stato confermato alla presidenza per altri due anni, Mahamat Idriss Déby ha fatto reprimere con violenza le proteste dell’opposizione, mostrando le sue vere intenzioni Leggi

L’oppositore diventa premier

In Ciad Saleh Kebzabo ( nella foto ) è stato scelto il 12 ottobre come capo del governo di transizione che porterà il paese al voto nel 2024. Oppositore dell’ex presidente... Leggi

pubblicità
In Africa la crisi della democrazia aggrava quella alimentare

I paesi governati da giunte militari stanno faticando a risolvere le tensioni sociali causate dalle ripercussioni della pandemia e della guerra in Ucraina. Ai militari manca legittimità politica e visione di lungo periodo. Leggi

La quiete di Una madre, una figlia nasconde il dramma

Mahamat-Saleh Haroun racconta spesso il collettivo sotto il prisma dei singoli e dell’intimo. Per la prima volta mette al centro alcuni personaggi femminili con i quali racconta il suo paese, il Ciad, e le sue forme di solidarietà. Leggi

I vicini della Libia fanno ancora i conti con la morte di Gheddafi

Dieci anni fa la scomparsa del dittatore libico ha creato un vuoto di potere di cui molti hanno cercato di approfittare. A pagarne le conseguenze peggiori sono stati i migranti e gli abitanti dei paesi del Sahel. Leggi

Intanto nel mondo

Il presidente colombiano Iván Duque ritira una controversa riforma fiscale, il parlamento del Salvador destituisce alcuni giudici della corte suprema, naufragio di migranti al largo della California. Leggi

L’imbarazzo francese dopo la sanguinosa transizione in Ciad

Dopo la morte del presidente Déby, il 20 aprile, mancava un attore nello scenario che si è aperto nel paese: il popolo ciadiano, che è sceso in piazza per chiedere democrazia ma ha ricevuto in cambio pallottole. Leggi

pubblicità
La successione autoritaria in Ciad è sostenuta dalla Francia

Macron andrà ai funerali del presidente Déby e sosterrà suo figlio come nuovo capo dello stato. Dimostrando di avere a cuore più le questioni strategiche che il rispetto della democrazia in Africa. Leggi

Con Idriss Déby sparisce un uomo chiave per il Sahel 

Il presidente del Ciad è morto in combattimento proprio mentre veniva confermata la sua rielezione a un sesto mandato. Era salito al potere con il sostegno di Parigi, a cui in cambio ha fornito appoggio contro i jihadisti. Leggi

La Francia resta il gendarme di una parte dell’Africa

La Francia è stata costretta ad agire in Ciad? La risposta è complessa, perché il paese è un alleato fondamentale nella lotta al terrorismo. Leggi

Contro i jihadisti in Africa nasce il gruppo dei cinque

Sostenuti dall’Unione europea e dall’Onu, i paesi del Sahel cominciano a coordinare i loro eserciti in una piattaforma comune antijihadista. Leggi

Vandalizzati i graffiti preistorici di Ennedi, in Ciad.
Vandalizzati i graffiti preistorici di Ennedi, in Ciad. Dei vandali hanno scritto i loro nomi, in francese e in arabo, su uno dei graffiti preistorici del sito di Ennedi, che si trova nella parte del deserto del Sahara nel nord del Ciad e che nel 2016 è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Secondo il ministro della cultura ciadiano, il regista Mahamat Saleh Haroun, i responsabili sono probabilmente dei giovani del posto.
pubblicità
Ricomincia il processo storico contro l’ex dittatore del Ciad

Il 9 gennaio è cominciato a Dakar il processo in appello di Hissène Habré, l’ex presidente del Ciad al potere dal 1982 al 1990. Soprannominato il “Pinochet africano” per le atrocità commesse durante il suo regime, Habré a maggio era stato condannato all’ergastolo per crimini di guerra, crimini contro l’umanità, torture e violenze sessuali. Oggi gli avvocati della difesa cercano di far annullare questa sentenza. Leggi

L’ex presidente ciadiano Hissène Habré farà appello contro la condanna per crimini contro l’umanità.
L’ex presidente ciadiano Hissène Habré farà appello contro la condanna per crimini contro l’umanità. I suoi avvocati sostengono che il suo processo va invalidato per errori procedurali. Habré è stato processato dalle Camere africane straordinarie, una corte istituita dal Senegal con il sostegno dell’Unione africana, il primo del genere nel continente. È stato condannato all’ergastolo per vari crimini commessi all’epoca in cui era presidente, tra cui stupro, riduzione in schiavitù sessuale e strage.
In Ciad quattro soldati uccisi da una mina di Boko haram.
In Ciad quattro soldati uccisi da una mina di Boko haram. Erano a bordo di un veicolo dell’esercito nella regione al confine con il Niger, dove l’organizzazione jihadista che l’anno scorso si è affiliata al gruppo Stato islamico effettua regolarmente attacchi contro militari ciadiani stanziati in zona, nei pressi del lago Ciad. Ci sono anche dieci feriti.
In Ciad nuova investitura per Idriss Deby.
In Ciad nuova investitura per Idriss Deby. Il presidente del Ciad Idriss Deby, da 26 anni al potere nel paese, ha giurato per il suo quinto mandato, in un clima di tensione dopo la morte di un manifestante durante un corteo avvenuti il 7 agosto nella capitale N’Djamena per contestare la sua rielezione.
L’ex presidente del Ciad Hissène Habré dovrà pagare un risarcimento alle vittime dei crimini per cui è stato condannato.
L’ex presidente del Ciad Hissène Habré dovrà pagare un risarcimento alle vittime dei crimini per cui è stato condannato. Il 30 maggio Habré è stato condannato all’ergastolo per crimini di guerra e contro l’umanità. Ora il tribunale speciale africano ha stabilito che Habré dovrà versare a ogni vittima venti milioni di franchi Cfa (circa 30mila euro). Era accusato di migliaia di omicidi politici, detenzioni illegali e torture. Soprannominato “il Pinochet africano”, è stato al potere nel paese dal 1982 al 1990.
pubblicità
Abbonati a Internazionale per leggere l’articolo.
Gli abbonati hanno accesso a tutti gli articoli, i video e i reportage pubblicati sul sito.
Sostieni Internazionale
Vogliamo garantire un’informazione di qualità anche online. Con il tuo contributo potremo tenere il sito di Internazionale libero e accessibile a tutti.