Tibet

Il paradosso dei tibetani in esilio

Si battono per un Tibet libero dalla Cina. Ma visto che non hanno altra scelta e parlano il mandarino, finiscono col lavorare per aziende cinesi Leggi

Il dalai lama dovrebbe fare più attenzione a come parla delle donne 

Il leader tibetano ha più volte espresso idee sessiste. Non è un fatto irrilevante, perché le parole contano: su di esse si costruiscono l’umiliazione e gli abusi che le donne subiscono nel mondo. Leggi

Il tetto del mondo è abitato da più di settemila anni

Il Tibet potrebbe essere stato popolato in tempi molto remoti. Finora si pensava che l’altipiano tibetano fosse stato abitato in modo stabile a partire da 5.200 anni fa. Un nuovo studio suggerisce invece che i primi insediamenti potrebbero risalire ad almeno 7.400 anni fa. Leggi

Danza buddista
La cultura tibetana schiacciata dalla globalizzazione cinese

Forse la normalizzazione del Tibet non passa tanto da quello che si vede nei templi, ma da ciò che si vede attorno. L’altopiano, come il resto della Cina, è un cantiere infinito. Un nuovo ponte sullo Huang He, il fiume Giallo, e casette a schiera che ricordano le nostre periferie, dove i nomadi dovrebbero andare per “vivere meglio”. Di fatto, li fanno diventare sedentari per poterli controllare. Leggi

I tibetani in esilio scelgono i loro rappresentanti e il loro leader.
I tibetani in esilio scelgono i loro rappresentanti e il loro leader. Si sono svolte in tutte il mondo le elezioni per rinnovare il parlamento tibetano in esilio ed eleggere il primo ministro. Il governo tibetano, che non è riconosciuto da Pechino, ha sede a Dharamsala, in India. Alle elezioni hanno votato 80mila persone in tutto il mondo e i risultati del voto arriveranno tra un mese.
Polvere di farina
Desideri nel vento
Il consumo di acqua minerale in Cina è un problema per i ghiacciai del Tibet

La Cina è così vasta da diventare velocemente il principale mercato di qualunque prodotto. Questo vale anche per l’acqua in bottiglia. I cinesi ne bevono quaranta miliardi di litri all’anno, quasi tredici volte più che nel 1998. E potrebbero aumentare ancora se la Cina raggiungesse i livelli di consumo pro capite del Messico. Leggi

Il viaggio a Pechino di Tashi per difendere la cultura tibetana

Preoccupato per la progressiva scomparsa della cultura e della lingua tibetana, un uomo cerca qualcuno a Pechino che lo aiuti a portare la questione all’attenzione delle autorità. Ma né i mezzi d’informazione né i magistrati sembrano pronti ad ascoltarlo. Il reportage del New York Times. Leggi

Pellegrini in Tibet
Patrimoni tibetani
Nella valle del buddismo

Il fotografo della Reuters Damir Sagolj ha visitato l’istituto buddista Larung Wuming, uno dei più grandi centri per lo studio del buddismo, che si trova a circa quattromila metri di altitudine nella prefettura autonoma tibetana di Garze, nel Sichuan cinese. L’istituto è stato fondato nel 1980 dal lama Khenpo Jigme Phuntsok e all’inizio era frequentato da una trentina di studenti. Oggi è abitato da migliaia di monaci e suore che vivono nelle piccole case che circondano l’istituto.

Gli ultimi nomadi

Per più di diecimila anni le tribù nomadi hanno vagato liberamente nelle praterie dell’altopiano del Tibet. Ma con i programmi di reinsediamento avviati della Cina, che li spinge fuori dalla loro terra d’origine, questa tradizione potrebbe diventare materiale da libri di storia. Leggi

Ottant’anni con il dalai lama

Il 6 luglio compie ottant’anni Tenzin Gyatso, il 14° dalai lama. Nominato autorità spirituale del buddismo tibetano nel 1950, dal 1959 al 2011 è stato capo del governo tibetano in esilio. Leggi

I monaci sul tetto del mondo

In una valle a quattromila metri di quota, nella prefettura tibetana autonoma di Garze, in Cina, si trova la più grande istituzione del buddismo tibetano del mondo.  Leggi

Negoziati tra Cina e India per la disputa sui confini

A New Delhi, in India, i funzionari della diplomazia indiana e cinese sono al lavoro per allentare le tensioni tra i due paesi legate alla disputa sul confine che li separa a 4.057 metri d’altezza, sulla catena montuosa dell’Himalaya. Lo scopo è migliorare i rapporti diplomatici in previsione della visita a Pechino del primo ministro indiano Narendra Modi a maggio.

Il confine, stabilito nel 1914 e mai riconosciuto dalla Cina, era stato fissato nelle trattative con il Regno Unito che riconoscevano l’indipendenza del Tibet. La disputa per il controllo del territorio aveva anche provocato un breve ma intenso conflitto nel 1962 conosciuto come guerra sino-indiana.

A settembre i leader dei due paesi si erano impegnati a trovare un accordo dopo le incursioni militari cinesi nella regione del Ladakh. Sono i primi negoziati a cui partecipa il governo indiano da quando Narendra Modi è diventato premier. Bbc

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