Ho 26 anni e ho ricevuto un’offerta di lavoro in Portogallo, quindi dovrei emigrare e forse abbandonare il mio percorso iniziale (il giornalismo). I miei genitori non mi parlano più e mi accusano di arrendermi subito alle difficoltà che trovo in Italia. Che fare? –Caterina

È difficile capire una situazione familiare da un racconto di poche righe e mi sto sforzando d’immaginare possibili attenuanti per i tuoi genitori.

Le ho pensate tutte: forse pensano che il lavoro che andresti a fare in Portogallo è troppo al di sotto delle tue capacità. O forse sono anziani e la paura della vecchiaia lontani da te li acceca. Oppure in passato gli hai dato modo di dubitare della tua capacità di fare scelte lucide. Di spiegazioni ce ne potrebbero essere mille, eppure mi resta l’impressione che stiano sbagliando a non parlarti più.

I genitori a volte fanno degli errori. Magari in buona fede, ma comunque li fanno. Qualunque sia il motivo della vostra incomprensione, non parlare più a una figlia è qualcosa a cui si dovrebbe arrivare in casi estremi e accettare un lavoro all’estero a 26 anni non mi sembra rientrare tra questi.

Penso che dovresti fare la scelta che ti soddisfa di più, a prescindere dalla loro pressione. Nel frattempo cerca di non cedere al comprensibile rancore e di lasciare aperto il canale della comunicazione, così che, quando vorranno tornare a parlarti, la tua porta sia ancora aperta. Questo ti renderà più matura di loro, fortificando ulteriormente la fiducia nelle tue scelte professionali.

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Questo articolo è uscito sul numero 1458 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati