Abbiamo due figli di 9 e 7 anni e stiamo pensando al terzo. Da un lato ci piace l’idea di una famiglia numerosa ma dall’altra abbiamo il terrore di rompere l’equilibrio che abbiamo. Vince la prudenza o lo slancio? –Gianfranco

Se avesse prevalso la paura di rompere l’equilibrio familiare forse non avreste avuto né il primo né il secondo figlio, perché fare un bambino è sempre una scelta dirompente. Però è vero che il terzo figlio ha più di tutti l’effetto di ribaltare gli equilibri, per un semplice motivo: quando arriva il terzo, i figli conquistano la maggioranza. Fino a due c’è almeno una parvenza di parità con i genitori, mentre con il quarto o il quinto ormai la messa in minoranza degli adulti è assodata. È proprio con il terzo che avviene il passaggio della famiglia a un’oligarchia. Io, che sono un padre separato, quando mi ritrovo a far valere la mia volontà sui miei tre figli coalizzati contro di me mi sento un dittatore e alla fine qualche dubbio che abbiano ragione loro mi viene. Vedi che tiri può giocare l’effetto maggioranza? A parte gli scherzi, la scelta di avere un terzo figlio dipende da tanti fattori pratici, non da ultimo quello economico. Ma tu stai facendo questa domanda a uno di tre figli e padre a sua volta di tre figli e io non posso che dirti che la festosa confusione che regna in una casa con tre figli vale tutte le fatiche e i sacrifici in più che richiedono. Nel caso di bambini si dice che 1+1 fa più di due, e allora 2+1 fa molto più di tre. Questo però non riguarda solo la quantità di lavoro ma anche di umanità.
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Questo articolo è uscito sul numero 1600 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati