Un momento felice, per chi pubblica libri, è il risvolto di copertina. Poiché il libro è merce e deve trovare acquirenti, l’editore, nel risvolto, annuncia sempre che si tratta di un romanzo esaltante, forse un capolavoro, e che chi l’ha scritto o è già o si avvia a diventare uno dei grandi scrittori del pianeta. Impensabile trovare risvolti con righe di questo tipo: “Non sempre l’autore dà il meglio di sé. Parecchie pagine sono mirabili, altre sono un po’ fiacche, altre sfiniscono. Ma pazienza, succede anche coi classici. Leggete e alla fine sarete contenti”. Il libro dei risvolti (Mondadori 2023) raccoglie note introduttive, quarte di copertina, schede bibliografiche e appunto risvolti, tutto materiale scritto da Italo Calvino per l’editore Einaudi. Muove dal volume con lo stesso titolo curato nel 2003 da Chiara Ferrero, qui ulteriormente arricchito grazie a Luca Baranelli. Scrive Tommaso Munari nell’introduzione: il risvolto ha la funzione di “persuadere implicitamente all’acquisto, tacere le imperfezioni del libro, essere letto dal maggior numero possibile di persone”. I 201 risvolti di Calvino mostrano che anche con questo tipo di scrittura si può dare il meglio. Che sgobbasse per persuadere all’acquisto, che tacesse o no le imperfezioni di Quarantotti Gambini o di Shakespeare, i suoi sono esercizi di intelligenza e di stile che lasciano tuttora a bocca aperta.

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Questo articolo è uscito sul numero 1509 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati